“Gravissimi ritardi per conoscere l’esito di un esame istologico nel Policlinico Universitario di Monserrato. Tempi dilatati, in alcuni casi, fino a 90 giorni compromettono non solo la qualità della vita di chi deve affrontare la tortuosa strada per sconfiggere un tumore, ma moltiplicano i tempi delle cure e rischiano di condizionarne l’esito”. Ancora denunce sulla malasanità, ancora problemi a carico dei cittadini, questa volta dall’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV”.
“Aspettare l’esito di un qualunque esame diagnostico genera uno stato di ansia che si ripercuote sulla vita quotidiana dei/delle pazienti determinando crisi di panico e disturbi del sonno e del comportamento. Condizioni che gravano sulla famiglia, sui partner e, in particolare, sui figli e figlie minori, molto fragili nella relazione affettiva. L’attesa inoltre incide pesantemente sul protocollo di cura e sulle possibilità da parte dei medici di essere conformi ai principi di appropriatezza, presupposti indispensabili per una corretta condotta clinica che tuteli la/il paziente e le sue aspettative di vita”, denuncia la presidente Caligaris.
“Anche se si fosse verificato in un solo caso, novanta giorni di attesa per un esame istologico – sottolinea ancora Caligaris – sono un obbrobrio clinico e giuridico. Non rispetta quanto previsto dai LEA (livelli essenziali di assistenza), compromette il percorso verso la salute e la relazione di fiducia in cui medico e paziente condividono i passi verso un traguardo arduo ma non impossibile da raggiungere”.’
“Appare particolarmente grave che un così pesante ritardo si registri nel Policlinico Universitario considerato uno dei principali nosocomi dell’isola e caratterizzato da un alto indice di ricerca scientifica ma dove anche la Direzione Sanitaria pare sia affidata a un facente funzioni. Il compito dell’anatomopatologo non può prescindere da un rapporto di continuità terapeutica con l’oncologo. Il referto completa la diagnosi e rende possibile la personalizzazione della cura. Con questo importante apporto – conclude la presidente di SDR ODV – anche un esito infausto può generare sviluppi diagnostici e nuove prospettive di cura. Per superare le difficoltà la sanità in Sardegna ha bisogno di solide gambe, di appropriatezza e di attenzione verso i/le pazienti, specialmente in oncologia. Il cancro non è compatibile con i tempi dilatati”.











