Cagliari senza idee e con un Zola in confusione: ora si rischia seriamente la serie B. La sconfitta con l’Inter ha confermato che il Cagliari è una squadra senza carattere, senza un leader dentro e fuori dal campo e ha una guida tecnica insufficiente per ottenere la tanto sospirata salvezza. Doveva essere la partita della vita e per compensare il gap tecnico occorreva una grande cattiveria agonistica per far sentire il fiato sul collo ai nerazzurri fin dal primo minuto. Non si è visto niente di tutto questo e le scelte iniziali hanno dimostrato, ancora una volta, che il tecnico non riesce a liberarsi dai condizionamenti interni e sembra dover restituire qualcosa a chi lo ha voluto della vecchia guardia.I numeri nel calcio sono importanti ma evidentemente non per tutti. Anche oggi si è ripetuto l’errore di far giocare insieme due registi come Crisetig e Conti e, in questo modo, il centrocampo nel primo tempo non è esistito e solo la fortuna, le parate di Brkic e l’imprecisione degli interisti, con Podolski che si è mangiato tre gol fatti, ci hanno consentito di non subire un pesante passivo. Nella prima parte della gara abbiamo rischiato di capitolare per ben cinque volte. Solo M’Poku ha dimostrato di essere l’unico rossoblù di un altro pianeta. Il belga ha fatto reparto da solo e nel secondo tempo ha regalato giocate di altissimo livello che purtroppo non sono servite a trasformare in rete le tante occasioni costruite. L’attaccante è stato l’unica nota lieta in una squadra che ha visto Dessena, Conti e Cossu inguardabili , Avelar impreciso e spesso fuori dai tempi di gioco e Cop totalmente inconsistente. Le distanze tra i reparti, la mancanza di un pressing organizzato, di un’intensità di gioco e un baricentro troppo basso hanno evidenziato le carenze difensive e i limiti di Capuano e Rossettini spesso infilati dai diretti avversari con troppa facilità e senza la protezione dei centrocampisti autori di giocate approssimative e spesso fuori posizione.Siamo saltati dalla sedia quando Conti, nel primo tempo, ha visto bene di intervenire di tacco e in maniera scomposta all’interno della nostra area di rigore in ripiegamento difensivo. Mancavano Ekdal e Sau,giocatori importanti, ma non possono essere un valido alibi. La rosa è sicuramente più competitiva, rispetto a quando alla guida tecnica c’era Zeman, ma l’allontanamento del boemo non ha sortito gli effetti sperati dal presidente Tomaso Giulini e anzi con l’arrivo di Gianfranco Zola i numeri e il gioco sono decisamente peggiorati . Mi chiedo come mai Husbauer non abbia ancora avuto la possibilità di giocare neppure un minuto quando in campo continuano ad andare giocatori come Joao Pedro, protagonista in negativo in occasione del secondo gol dell’Inter con palla persa ingenuamente in uscita e del tutto inesistente in fase offensiva e Ceppitelli, un difensore al posto ddi un centrocampista come Crisetig, con lo spostamento di Dessena nella linea dei mediani, quando sarebbe servita più qualità in fase realizzativa e costruttiva per recuperare il risultato. Solo l’ingresso di Longo ha dato una scossa e, dopo l’ennesima occasione da gol sbagliata dal nazionale under 21 e da un Cossu ancora in ombra e in crisi d’identità è finalmente arrivato il gol dell’ex interista con la collaborazione di Carrizzo. Domenica prossima arriva il Verona e il destino del Cagliari e di Zola passerà attraverso un solo risultato: la vittoria. In caso di sconfitta i tifosi sperano che venga richiamato Zeman o nell’arrivo di un tecnico superpartes, che non guardi in faccia nessuno, come Guidolin. Sarebbe l’ultima possibilità per la società e il suo giovane presidente per rimediare agli errori di una stagione iniziata male e proseguita peggio. Ormai non c’è più tempo da perdere .












