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Una tematica attuale più che mai che è stata richiamata anche dal festival in programma da oggi nella sezione “Tema fisso”: tra i lavori selezionati c’è anche quello di Cau, originario di Siddi, che racconta la riflessione di un giovane che, immobilizzato dopo un intervento chirurgico, decide, dopo il pranzo di Pasqua, di riprendere, a piccoli passi, la vita quotidiana. Ed è così che esce da casa per passeggiare in mezzo al verde ma scopre che, in poco tempo, tra gli alberi e la natura che caratterizza il luogo, sono spuntate le pale eoliche, imponenti e stonate, non in sintonia con ciò che è l’ambiente originario. In nome dell’energia pulita le alte torri dominano il paesaggio, lasciando al protagonista del cortometraggio una serie di interrogativi difficili da risolvere. “È Pasqua, i fedeli santificano la festa e le turbine volteggiano in terra” insomma.
“Il loro compito è di raccontare l’attualità e per noi significa anzitutto parlare del problema ambientale. Ecco perché il tema che abbiamo scelto è NO PLANET B — una riflessione sul futuro, nel presente che emerge dal passato: non abbiamo né un piano né un pianeta B” si legge nella descrizione di Bellaria Film Festival.
“Il confine tra civiltà e natura si è assottigliato e i piani iniziano a collassare. Le scelte politiche, economiche, sociali, spirano su un focolaio di domande: quale ruolo abbiamo in questo cambiamento? Quali le cause e quali le prospettive della crisi? Qual è e come si può attualizzare il nostro potere?”. In tre minuti gli autori hanno avuto il compito di interpretare domande e risposte, problemi e soluzioni e di mostrare la loro prospettiva e Cau l’ha fatto tra le distese verdi dei territori di Villanovaforru, Siddi, Sanluri e, in parte, di Gonnosfanadiga.