Aeroporti sardi con un unico proprietario per avere forza nel mercato e con le compagnie aeree. La Regione, che ormai ha incassato l’abbandono parziale della Ryanair da Cagliari con il taglio di 5 tratte estere e la ritirata da Alghero dove la sforbiciata è ben più pesante, sembra puntare sulla privatizzazione degli aeroporti sardi per creare una rete che affronti il mercato con voce autorevole. Ora che la compagnia irlandese, dopo aver tergiversato e preso tempo, ha dichiarato ufficialmente quello che per primi andavano dicendo da tempo, cioè il taglio pesante delle tratte estere da Cagliari e pesantissime da Alghero, il presidente Pigliaru e l’assessore dei Trasporti Deiana sembrano puntare su una rete di aeroporti sardi privatizzati per avere voce in capitolo con le compagnie aeree. Anche Marco Di Giugno, direttore regionale dell’Enac, durante l’incontro con la Commissione trasporti del Consiglio regionale, si è dichiarato favorevole a una rete unica degli aeroporti sardi per stare meglio sul mercato. Cosa giusta in teoria perché finora i nostri scali sono andati avanti “sparpagliati” e in concorrenza tra loro spezzando ancora quella forza contrattuale che era già debole in partenza e soggiacendo quindi alla richiesta delle compagnie più forti. Per prima cosa è doveroso sottolineare che non si doveva aspettare la fuga di Ryanair per decidere che la rete fosse la manna che risolve la fame turistica sarda.
Poi i quasi due anni di Giunta Pigliaru praticamente sono stati spesi per niente in fatto di collegamenti aerei perché la situazione in Sardegna ormai ha toccato il fondo e ora lo sta raschiando pericolosamente. Privatizzare, cioè vendere i due scali sardi in mano pubblica, Cagliari e Alghero, non sembra impresa facile, considerato che da tempo si tenta di piazzare le quote pubbliche ma i privati non ne vogliono sentire. L’aeroporto di Olbia invece è praticamente privato e l’eventuale acquirente dovrebbe acquisirlo insieme agli altri due, cosa che sa di pura utopia. Abbiamo un esempio di rete aeroportuale in Spagna con la Aena (Aeropuertos Españoles y Navegación Aérea) in mano allo Stato che possiede praticamente tutti gli aeroporti spagnoli e per questo ha una forza contrattuale così forte che impone ai vettori le sue convenienze. Un esempio per tutti le isole Baleari collegate con tutta Europa. Anche se la Sardegna mette in campo spiagge, mare e interno dell’isola che nel complesso sono sicuramente superiori, solo l’isola di Maiorca, decisamente più povera in fatto di risorse naturali, ha un traffico passeggeri di 23.115.499 (2014 – fonte Aena) nel solo aeroporto di Palma contro 7.406.719 (2014 – fonte Asso aeroporti). totale che si raggiunge sommando i tre aeroporti sardi. Una superiorità schiacciante dunque dell’isola spagnola grazie alla sua rete aeroportuale pubblica, ma solo oggi i nostri amministratori se ne accorgono. Un’altra rete a noi vicina, perché italiana, è quella pugliese di proprietà della Regione Puglia (99,41%) che con “Aeroporti di Puglia”, gestisce in monopolio di concessione totale la rete aeroportuale pugliese, costituita dagli scali di Bari, Brindisi, Foggia e Grottaglie. In Puglia quindi è stato realizzato un sistema aeroportuale moderno ed efficiente, con standard di servizio ad alto livello, integrato con il territorio ed in grado di chiudere accordi favorevoli con tutte le compagnie aeree compresa Ryanair. Allora gli esempi sono arcinoti e sembra più logico che, dati i risultati menzionati di reti di aeroporti pubblici, sarebbe più facile che la Regione acquistasse il pacchetto dell’aeroporto Costa Smeralda così da disporre dei tre scali aerei isolani e dettare le condizioni alle compagnie aeree anziché subirle. Il tempo è tiranno, giunti a questo punto, abbiamo bisogno di fatti e di azioni veloci perché i collegamenti aerei soddisfacenti con l’Europa e con la penisola, oggi come in futuro, saranno la base necessaria per lo sviluppo turistico, e non solo, della Sardegna.











