A venti e passa giorni dalla denuncia all’Antitrust, a cui il Pd chiedeva un intervento urgente per capire cosa stesse avvenendo nei cieli della Sardegna, tutto tace. Nessuna risposta, nessuna istruttoria, niente di niente: pure l’Autorità garante per la concorrenza ha mollato l’isola al suo destino, come se non bastasse la politica.
E così, poco importa se chi ha osato desiderare di trascorrere il Natale in Sardegna ha dovuto sborsare fino a 700 euro da Roma e Milano: per l’Antitrust sono state prioritarie le vacanze di Natale, poi forse il dossier sarà preso in considerazione, quando il danno è già stato enorme e ormai irreparabile.
Eppure, il compito non era difficile: certificare quello che era sotto gli occhi di tutti, ovvero una speculazione con tanto di cartello fra le compagnie che ha fatto schizzare i prezzi a cifre inaccessibili. Il diritto a spostarsi? Per i sardi è pari a zero, e alla politica nazionale e regionale va bene così: giusto 48 ore di indignazione collettiva e clamore e proteste e poi tutto torna come prima, anzi peggio.
Quindi, i sardi aspettano il verdetto, che poi è scontato e giù altra indignazione e politici che si dicono pronti alle barricate e dichiarazioni di guerra al governo e all’Europa. E intanto, ancora tutto resta come prima, anzi peggio, una sorta di circo mediatico che periodicamente si autoalimenta.
Non pervenuta neanche la guerra all’Europa evocata da Solinas, con tanto di chiamata a raccolta di sindaci e istituzioni e società civile e parlamentari e chi più ne ha più ne metta: alle parole ancora una volta sono seguiti zero fatti.












