Anche stavolta, l’intervento delle squadre dei Vigili del Fuoco di Viale Marconi, (intorno alla mezzanotte fino alle prime luci dell’alba) per spegnere un vasto rogo quasi certamente di natura dolosa, ha nuovamente fatto riemergere la pericolosità dello stato dei luoghi. In particolare, da Adamo Megastore, la recinzione perimetrale del capannone tirata giù dai vandali, compromette ulteriormente l’intera area che, soprattutto la notte, è in balia di chiunque. Quel capannone, “l’enorme cattedrale nel deserto” fronte Conforama – Emme Zeta sulla ss. 131, dismesso e abbandonato da tanti anni, era già piuttosto malconcio: dopo le vicende giudiziarie che si sono avvicendate sull’ex emporio della moda, accanto a ex “Skipper Abbigliamento”, quel palazzone color bianco-celeste chiaro, è meta dei rom e di coloro che lo hanno depredato nel tempo portando via di tutto, dal rame al ferro, ai cumuli di abbigliamento e chissà cos’altro, residui ormai storici di un colosso che in passato portava il nome di “Adamo Megastore”. Oggi nel transitare lungo la Carlo Felice si nota la struttura che ormai è diventata un rudere: punto vendita, magazzini, sale espositive sono un esempio di degrado e le pareti sono annerite. Su quest’ultimo episodio, indagano i Carabinieri della stazione di San Sperate, i quali acquisiranno anche le relazioni dei Vigili del Fuoco che stamane erano impegnati in un sopralluogo per verificare anche la stabilità dell’intero edificio.
LA VICENDA GIUDIZIARIA. Nel 2011, il Nucleo di Polizia Tributaria delle Fiamme Gialle, dopo accurate indagini, arrestarono con l’accusa di bancarotta, Giuseppe Adamo, 52enne, commerciante, residente da tempo a Cagliari. Un crac da 12milioni di euro, con numerosi aspetti che sulla gestione societaria non tornavano. E fu proprio l’indagine denominata “Megastore”, portata avanti dal magistrato Guido Pani, che fu emesso il provvedimento di arresto emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Cagliari, Giovanni Massidda, nei confronti del noto imprenditore del settore dell’abbigliamento. Gli investigatori della Guardia di Finanza, circa un anno fa, dopo le vicende emerse dalla procedura fallimentare, avevano consentito di delineare una gestione aziendale spesso apparentemente dissennata, con vendite anche sottocosto, spesso prive di un’adeguata giustificazione economica. “M.G.A. S.r.l.”, svolgeva l’attività di vendita al dettaglio di abbigliamento col marchio “Adamo Megastore” e “Mga Abbigliamento”, diffusi in Sardegna con punti vendita tra Cagliari, Senorbì, Nuoro, Oristano, Alghero e Ghilarza. La sede principale era posizionata sulla SS 131 al Km 15,3 in località San Sperate. Il crac finanziario di Adamo aveva poi travolto anche altre società sempre nel settore dell’abbigliamento. In concorso con altri tre indagati, furono contestati al commerciante i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, preferenziale e documentale mediante l’indicazione di crediti inesistenti nonché l’omesso versamento dell’I.V.A.. Insomma, un fattaccio giudiziario, con tutti i palesi dettagli passati sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti, che fecero di fatto crollare quello che anni prima era un “autentico” colosso della moda e del fashion di mezza Sardegna.
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