Un tema delicato che fa riaffiorare alla mente i momenti più devastanti della forza della natura, quella crudele e spietata che, improvvisamente, può creare morte e distruzione. Tutto è calmo ora ma l’esperienza insegna: piogge torrenziali, incendi possono travolgere i territori da un momento all’altro ed è bene allora non farsi trovare impreparati. A tal fine si è discusso in consiglio riguardo l’individuazione di aree di stoccaggio da adoperare in caso di necessità, un piano che rientra in quello più articolato della macchina organizzativa che si mette in moto in caso di emergenza. L’ok è arrivato, la proposta è stata accolta ma con l’astensione da parte di Lobina che spiega: “La particolare geomorfologia di Sinnai, la presenza di canali tombati la rende suscettibile a numerosi fenomeni naturali come incendi, frane e alluvioni, inondazioni. Questi eventi impegnano la Protezione Civile e naturalmente il volontariato di protezione civile. Il VAB insieme a MA.SI.SE e Sub Sinnai costituiscono i nostri volontari di protezione civile. Essi prestano supporto operativo ai Vigili del Fuoco, che sono una componente fondamentale di Protezione civile.
Ai comuni spetta il compito di avere un piano di Protezione civile, di aggiornarlo e di farlo conoscere alla popolazione. La legge stabilisce la necessità che i piani siano adeguati agli indirizzi regionali ed alle normative statali e prevede opportunamente che la pianificazione sia partecipata anche dai volontari sia nella fase di redazione del piano comunale, sia nel suo aggiornamento.
Al verificarsi di calamità naturali si possono generare grandi quantità di rifiuti in un lasso di tempo relativamente breve, obbligando a gestire l’emergenza.
Esistono linee guida o protocolli specifici per la gestione dei rifiuti in emergenza? Noi non le abbiamo trovate. La creazione di tali documenti favorirebbe una gestione più efficiente dell’emergenza, nelle fasi immediatamente successive ad un disastro.
Vi può essere la necessità di gestire oltre che l’incolumità delle persone le macerie e ii detriti generati dagli eventi.
Noi sappiamo che ogni tipologia di disastro richiede una gestione differente, soprattutto per quanto riguarda la gestione della tipologie dei rifiuti prodotte.
Ci sono variabili peculiari per ogni tipo di evento, che sono anche legate alla zona geografica, costiera o montana, al fatto che sia interessato un agglomerato urbano o una zona industriale”.
Una riflessione ben articolata e che merita il giusto spazio per accendere i riflettori anche quando non vi è la necessità. Infatti di questi argomenti tanto si parla soprattutto a fatto compiuto: nelle ore più drammatiche si interviene per arginare i danni ma, a emergenza terminata, si innescano puntuali le polemiche su ciò che si sarebbe potuto e dovuto fare prima del disastro.
“Noi sappiamo che fino ad oggi il metodo di gestione più utilizzato è quello empirico e che ogni disastro, se studiato, può insegnarci qualcosa quanto a provvedimenti da attuare per tamponare l’emergenza.
L’esperienza maturata in Italia mostra differenti atteggiamenti riguardo al problema.
In condizioni di normalità, la gestione dei rifiuti solidi urbani prevede diverse fasi: la raccolta, il trasporto, il recupero e riciclaggio ed in infine lo smaltimento in discarica.
In situazioni di emergenza le autorità competenti si trovano di fronte a quantità e tipologie di rifiuti anomale da gestire in tempi ristretti, cosa che contrasta con le modalità normali, con quella ordinata successione di fasi.
Qualche piano di emergenza per la gestione dei rifiuti esiste ed è oggetto di studio, ma ha la particolarità di essere sito specifico, ovvero creato per specifiche aree territoriali. Dunque dovremmo pianificare per Sinnai e Solanas, tenendo conto di analogie e differenze. A stare in Italia il materiale scientifico a disposizione relativo ai disastri naturali si occupa delle reazioni umane ad un dato evento e allo stress post traumatico, o ed analisi fisiche del fenomeno. E’ raro che si prenda in considerazione il problema della gestione e smaltimento delle macerie e dei detriti prodotti.
Noi di Sinnai Libera pensiamo che l’idea di pianificare e scegliere aree di stoccaggio temporanee sia buona, ma tutto questo deve comportare condivisione a livello organizzativo con altri enti, come dettato dalle leggi, e con gli attori stessi della protezione civile, anche volontaria.
L’individuazione stessa delle aree, la loro regolare acquisizione nel rispetto delle norme vigenti e soprattutto il loro utilizzo dovrà rispettare assolutamente l’obiettivo, senza distorsioni di sorta.
Noi siamo dell’avviso che sia il caso di individuare le aree per ricevere tali depositi di volta in volta, utilizzando lo strumento della ordinanza contingibile, in deroga alle normative vigenti. Condizionando i provvedimenti a seconda del luogo, delle circostanze, tipologia e gravità dell’evento, nonché della popolazione interessata.
In questo modo la gestione diventerebbe più flessibile e utile”.
Un argomento che, giustamente, ha innescato una doverosa riflessione: “La soluzione non sono i centri di raccolta di materiali di risulta per alluvioni, incendi e altro, la soluzione ottimale – spiega un cittadino Paolo S. – è la prevenzione con la pulizia degli alvei, pulizia e taglio erba nei terreni limitrofi all’abitato, pulizia sistematica dei torrenti tombati, come prevede la normativa regionale. Un maggior controllo del territorio e una maggiore prevenzione sono le soluzione alle eventuali emergenze nel territorio”.










