All’Istituto Tecnico Levi docenti in azione per consentire ai ragazzi di sentirsi al sicuro e affrontare la malattia con serenità anche durante le ore di lezione. Tra le premure messe in campo, anche un armadio e un frigorifero nei quali ogni studente può custodire la propria insulina e il proprio kit d’emergenza.
Ha fatto discutere la protesta di una mamma che deve fare i conti con non pochi problemi quando il suo bambino è a scuola: “Poca premura da parte del personale e malori sono frequenti lo costringono a tante assenza” ha spiegato la donna a Casteddu Online. In seguito al servizio pubblicato https://www.castedduonline.it/quartu-sminuita-la-malattia-di-un-bimbo-diabetico-a-scuola/?swcfpc=1&fbclid=IwY2xjawJkVG5leHRuA2FlbQIxMQABHqNWZ6EVskXTDcSmMct83BMwoGVy4KFjMJD9vqc3cM3NRGrNv6xdWMZmSNrl_aem_3K1VG2cdL0-tCyR89SKyWw è giunta una nota che fa la differenza e mette in evidenza come la scuola superiore della terza città della Sardegna si prodiga per tutti i suoi alunni. Il progetto si chiama “Star Bene a Scuola con il Diabete” ed è stato studiato dalle professoresse Tatiana Erzen e Patrizia Mannai (Referenti del progetto), Adelaide Atzeni (collaboratrice scolastica), Luciano Carboni (diabetologo-esperto esterno). Ecco in cosa consiste: incontri formativi con i docenti e il personale della scuola finalizzati alla conoscenza del diabete e alle esigenze terapeutiche ed alimentari ad esso correlate. Tre incontri di due ore ciascuno, aperti al territorio con l’esperto dott. Luciano Carboni ( docenti, personale della scuola e genitori). Realizzazione di uno spazio dedicato agli studenti diabetici in cui si trovi un kit di primo soccorso in caso di ipoglicemie. Predisposizione di un armadio e di un frigorifero nei quali ogni studente possa custodire la propria insulina e il proprio kit d’emergenza. Predisposizione di un vademecum informativo da consegnare ad ogni coordinatore per le classi in cui sono presenti studenti diabetici.
Anche incontri con i genitori degli studenti diabetici per illustrare le attività dedicate dalla scuola ai loro figli.
Il progetto si propone di garantire all’alunno con diabete di poter vivere in un ambiente scolastico sicuro, che lo porti al rafforzamento delle potenzialità positive personali e che lo aiuti a raggiungere un corretto e sereno rapporto con la stessa scuola, con lo studio, con gli insegnanti e con i compagni.
Il fine? “Far sì che la scuola, attraverso un team di personale all’uopo formato, sia in grado di rispondere ai bisogni, alle necessità e alle problematiche dei ragazzi diabetici, trasformandosi in un ambiente sicuro e affidabile sia per gli studenti diabetici che per le loro famiglie”. Un clima di fiducia e benessere è quello che si vive all’interno della classe tra studenti diabetici, compagni e docenti, una sinergia di forze, insomma, in modo tale da venire incontro a tutti. Un vademecum inoltre ogni anno viene inviato ai docenti delle classi dove sono presenti gli studenti diabetici. Un pronto intervento glicemia in pratica, dove sono evidenziati i sintomi di un basso livello di glucosio nel sangue: dalla spossatezza ai tremori, dalla fame allo stato confusionale. In questo caso l’alunno deve effettuare il controllo della glicemia e se vi è condizione di ipoglicemia deve assumere 15 gr di zuccheri rapidi (3 bustine di zucchero o un succo di frutta o una bibita zuccherata). Dopo 15 minuti deve rimisurare la glicemia. Se la glicemia è ancora bassa, assumere nuovamente zuccheri rapidi. Se la glicemia è salita deve assumere 15 gr di carboidrati lenti (crackers o biscotti). Monitorare la glicemia nelle ore successive.
Nel caso in cui il/la ragazzo/a presente nella classe mostrasse sintomi lievi: dargli/le il permesso di lasciare l’aula, ma assicurarsi che non esca dall’aula da solo/a bensì accompagnato. “Si informa che nell’armadio presente nella Vicepresidenza sono disponibili bustine di zucchero, succhi, coca cola e crackers. Rivolgersi alle collaboratrici per reperire quanto necessario per un primo soccorso” si legge nel documento.
Se l’alunno dovesse perdere i sensi si ricorrerà al 118 e mettere al corrente i genitori riguardo il malessere.












