A Cagliari visite dermatologiche salate in privato: da 40 a 120 euro, anche 300 per togliere i nei

Le liste d’attesa negli ospedali cittadini sono quasi eterne. E, per velocizzare, tanti vanno negli studi dei medici: impossibile cavarsela con meno di 40 euro e, per togliere i fastidiosi e pericolosi condilomi, le creste di gallo che possono portare a un tumore, bisogna spenderne anche 160 

Le liste d’attesa per le visite dermatologiche negli ospedali? Eterne, con il grosso punto interrogativo di quelle urgenti. Per quelle standard non c’è spazio prima di dicembre al San Giovanni di Dio, dato certificato. E quasi tutti si rivolgono, anzi, sperano di rivolgersi all’ospedale stampacino. Ma, per accorciare drasticamente i tempi, basta pagare: sono decine i dermatologi a Cagliari che hanno il loro studio privato, con tanto di ambulatorio. Fissare un appuntamento non è sempre facilissimo, anche loro hanno tante richieste ma riescono, comunque, a soddisfare i vari sos in tempi più ragionevoli. Soprattutto quando si tratta di una prima visita, ed è in quel momento che bisogna aprire il portafoglio: il costo? Tra i 70 e i centoventi euro, per scoprire le tariffe è sufficiente qualche ricerca su internet. La differenza tra la soglia minima e quella massima? La decide, ovviamente, il medico. C’è chi ha i pazienti storici, che mai si sognerebbero di chiamare il Cup per ottenere una visita all’ospedale tra chissà quanti mesi. Ma anche chi ha necessità di un unico controllo, intimorito da un neo troppo grande o da una o più verruche in parti del corpo molto delicate, come i genitali.
E, se dopo la visita c’è la necessità di operare, i prezzi salgono: per asportare i nei si va da centotrenta a trecento euro, per togliere i condilomi bisogna mettere in conto di spenderne anche centosessanta. Ovviamente, dopo tutti gli esami e test del caso per avere un quadro clinico del paziente chiarissimo. Questi sono i prezzi, pubblici. L’alternativa è restare col tarlo di una possibile malattia della pelle o problema di salute sino a quando non si libera un posto negli ambulatori pubblici. Chi può paga, chi non può attende. E prega e spera.


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