La Sardegna si ferma, come il resto d’Italia, per una festa della donna che, nel 2024, ricorda drammaticamente come la strada da fare verso la parità sia ancora lunga e complicata. Nell’isola oggi sarà sciopero generale, come nel resto d’Italia, con cortei e stop da nord a sud. Ma anche della scuola, della sanità, e di vari settori produttivi per protestare contro il patriarcato, contro i femminicidi, per la parità di genere, la parità salariale”, e per il salario minimo o contro l’autonomia differenziata. Tante motivazioni per numerose sigle aderenti alla mobilitazioni: Flc CGIL, Slai Cobas, Adl Cobas, Cobas Usb, Cobas Sub, Osp Faisa Cisal, Usi Cit, Clap, Si Cobas, Cub Trasporti, Uitrasporti, Usi 1912, Uiltec Uil.
L’agitazione sindacale coinvolge tutti i gradi di istruzione, dall’asilo nido all’università. La Flc Cgil ha proclamato un’intera giornata di astensione dal lavoro per il personale della scuola statale e non, dell’università, della ricerca, dell’Afam e della formazione professionale.
Un modo concreto per attirare l’attenzione sulla triste realtà del mondo femminile: poco da festeggiare, tanto da conquistare, anche in termini di diritti di base, per esempio quello ancora violato alla parità salariale.











