Walter, mister Rebel: “Da tanti anni coloro i corpi delle migliori modelle sarde”

56 anni, dagli esordi in via Forlanini, passando per Milano, Londra e poi di nuovo Cagliari, in viale Elmas. Walter Carta ripercorre l’ultimo trentennio della sua carriera. “Tante belle ragazze si rivolgono a me e diventano protagoniste della mia arte, il body painting”. GUARDATE LE FOTO


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Di Paolo Rapeanu

Dici Walter Carta, e la parola che scatta in mente – se hai almeno 40 anni e sei di Cagliari – è una: “rebel”. Bisogna tornare indietro fino al 1984: locale in via Forlanini meta di di rockettari, rockabilly e metallari. Un punto di incontro che diventa “simbolo”: Walter alle prese con le decorazioni con l’aerografo, e giovani che chiacchierano e trascorrono qualche ora in spensieratezza, tutti rigorosamente vestiti “alla moda”, che poi è appunto più di una, ed è prettamente musicale. Poi Walter va a Milano, diventa il decoratore ufficiale delle ragazze rockettare del locale Rolling Stone e, soprattutto, svolge il lavoro di body painter anche la mattina. La consacrazione arriva a Londra, a Cadmen Town, zona di locali musicali nei quali nascono gruppi quali gli Oasis e cantanti indimenticabili quali Amy Winehouse. Tutti lo vogliono, tutti lo cercano: se c’è un corpo da “pitturare”, Walter Carta è una garanzia.
E poi il ritorno a Cagliari, in viale Elmas, ma con anche una sede ancora aperta a Londra. Tante le modelle che si rivolgono a lui. “Una delle ultime in ordine di tempo è Francesca Casula”. Le uniche due cose non disegnate sono un pallone e una bandiera dei 4 mori. Per il resto, “è body painting integrale, anche le mutandine sono false, decorate, con lei seduta sulla mia Vespa del 1959 con dietro la mia Simca Ariane Hot Rod”, racconta Carta, che sul suo profilo ufficiale Instagram ha già oltre 1200 foto. E, a 56 anni tondi tondi – e con il Rebel Art airbrush studio che sta per spegnere trentaquattro candeline – Walter “Rebel” Carta è, nella grinta e nella passione che mette nel suo lavoro-arte, ancora il ragazzo di quel, neanche troppo lontano, 1984. Alla faccia di Orwell.


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