Teatro Lirico e Autorità portuale, due tra i più importanti enti di Cagliari appesi a una decisione dei giudici amministrativi, che di fatto ne mettono in bilico i vertici. Con due sentenze, una del Tar e l’altra del Consiglio di Stato, diverse tra loro ma che incidentalmente si intrecciano. L’una che cita l’altra per rispondere alla difesa della Fondazione che, a sostegno delle proprie tesi, aveva portato come esempio la sentenza del Tar che inizialmente aveva dato ragione all’ ex senatore del Pdl. In sostanza Zedda si “appella” al successo di Massidda. Intanto per tutti e due si prospetta un nuovo grado di giudizio: Massidda si è appellato alla Cassazione, la Fondazione potrebbe rivolgersi al Consiglio di Stato.
Due istituzioni chiave della città, dopo il Comune, che da tempo vivono una situazione di stallo. Due settori lontani politicamente e per competenze, ma vicini nel dispositivo della sentenza del Tar, depositata venerdì scorso, che ha decretato l’annullamento della nomina di Marcella Crivellenti da sovrintendente del Teatro Lirico. La difesa della Fondazione fa riferimento alla decisione del Tar che a suo tempo aveva dato ragione a Massidda sul ricorso presentato da Massimo Deiana, docente di Diritto dei Trasporti. Una difesa che di fatto per la Fondazione si è rivelata un’arma a doppio taglio dal momento che poi il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Deiana, decretando la revoca di Massidda da presidente dell’Authority.
Sta di fatto che la situazione attuale vede il porto con un presidente a metà, ancora non è arrivata la revoca ufficiale del Ministero, e senza commissario straordinario. E con Massidda che, ricorrendo in Cassazione, dimostra di non voler mollare, e che probabilmente ci sono i presupposti perché rimanga a capo dello scalo marittimo, dove potrà portare a compimento quei progetti finora intrapresi. Mentre al Teatro Lirico, dopo l’annullamento della nomina di Marcella Crivellenti scelta da Zedda come sovrintendente, gli scenari che si prefigurano sono diversi. Primo fra tutti la scelta tra quei 44 candidati che avevano partecipato alla manifestazione di interesse a settembre dell’anno scorso. Ma c’è anche chi scommette che Zedda ricorrerà al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar.