È la sfida più grande, politicamente parlando. La svolta sui rifiuti – addio cassonetti, il futuro sono mastelli tutti dotati di microchip – è tanto economicamente alta (230 milioni per nove anni) quanto “socialmente” rischiosa. I cagliaritani si dividono tra favorevoli e contrari. E questi ultimi, almeno a bocce ancora ferme, sembrano essere la maggioranza. “Impossibile andare avanti con i cassonetti, la differenziata è a percentuali bassissime, con tanto di multa della Regione che paga ogni anno il Comune, cioè i cittadini”. È netto Massimo Zedda. Il sindaco non guarda però solo al portafoglio.
“Il porta a porta permette di avere una città più pulita. Raccogliere e separare i rifiuti consente di fare un grande favore all’ambiente che ci circonda”. Quell’ambiente nel quale abbondano discariche abusive. Ma il tempo dei “lanci” dei sacchetti dai finestrini delle auto in corsa è già finito. “Con telecamere e droni i furbetti dei rifiuti si beccheranno le multe, 150 euro per un singolo sacchetto gettato in un campo o in un’area non adatta. È attivo anche il Nucleo di vigilanza ambientale della polizia Municipale, dall’inizio del 2017 hanno già fatto sanzioni per trentamila euro”.










