Zedda e la giunta sfortunata col verde: palme sradicate per il tennis

Due nuove grane ambientaliste per il sindaco Zedda: cinque palme cancellate a Monte Urpinu, proteste a Fonsarda per un parco di cemento. Perchè preferire Paolo Frau a Stefano Deliperi?


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Diciamolo subito: quella di Massimo Zedda non è una giunta fortunata con l’ambiente. Non è nemmeno una giunta che si tinge di verde. Anzi proprio l’ambientalismo, che dovrebbe essere l’antitesi al cemento, che dovrebbe essere uno dei pochi ideali rimasti di sinistra (o pseudo tale), sta diventando un vero e proprio tallone d’Achille per il sindaco. I suoi difensori diranno che davvero si tratta di sfortuna: tale potrebbe definirsi se, nello stesso giorno in cui viene annunciato il nuovo bando del porta a porta dei rifiuti e l’assunzione di 34 spazzini, esplode in consiglio comunale la polemica per altre cinque piante tagliate in città. Non in una zona qualsiasi, anzi sembra quasi che il Comune scelga apposta le zone a cui i cagliaritani sono più affezionati: una vera e propria rivolta era esplosa per i pini tagliati a Terrapieno, e adesso ecco le palme sradicate a Monte Urpinu. Cinque palme “uccise”, come le definisce il consigliere Paolo Casu, sull’altare della Fed Cup di tennis e per l’ampliamento delle tribune. Quindi avremo le tenniste azzurre ma dovremo rinunciare idealmente a un piccolo simbolo della nostra città. Il problema non sono certo cinque piante tagliate, è l’indifferenza al verde che fa paura. Perché è davvero sfortuna se, nello stesso giorno, nel quartiere di Fonsarda esplode la polemica. Per quello che doveva essere un giardino pieno di verde, e invece sta diventando a detta di alcuni un nuovo piccolo mostro di cemento. Non piace ai residenti l’idea che un paio di aiuole finiscano quasi mimetizzate in una distesa di grigio calcestruzzo.   

E allora? Al di là degli scivoloni contingenti, è l’idea di città ambientalista che sembra mancare a Massimo Zedda. Da un sindaco giovane ci si aspettavano iniziative in grado di rendere la città più moderna, magari anche grazie a qualche viale alberato in più. Uno sviluppo maggiore dei parchi, il rimedio agli errori del passato. E invece si tagliano le piante in silenzio, senza neppure spiegarlo ai cittadini: per tre giorni di tennis perderemo cinque palme. Non è certo il problema numero uno, nell’anno della grande crisi economica. “Le ripianteremo”, promette l’ineffabile assessore Frau. Come dovevano essere ripiantate le jacarande di piazza San Benedetto dopo la nascita della rotatoria: qualcuno di voi le ha riviste? Come dovrebbero essere ripiantati i pini di Terrapieno, considerati troppo pericolosi. Davvero un rovescio della Pennetta conta più di un autogol ambientale? La verità è che Zedda aveva una possibilità: dare un taglio davvero ecologista alla sua amministrazione, se non altro perché la parola  “ecologia” dovrebbe essere tra gli obiettivi principali di Sel, il partito che lui rappresenta. Poteva nominare Stefano Deliperi assessore all’Ambiente, magari vice sindaco, una persona stimata e coraggiosa che proprio ieri ha denunciato l’ennesima strana proroga ai progetti della Saras. Invece tiene due assessorati per sé dopo il siluramento della Sassu e l’addio di Gabor Pinna. E conferma Paolo Frau, l’assessore poco fortunato col verde: a quando la prossima strage di alberi, di sogni e di idee?


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