Walter di Serrenti, Oss ai tempi del Coronavirus: “Gli anziani? Vanno tutelati al massimo”

È uno degli “angeli” che operano nelle case di riposo, Walter Furcas: “Senza le visite dei parenti dobbiamo ‘sostituirci’ a loro per far star bene gli ospiti e tirarli su di morale in questa situazione di emergenza” 


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Il camice blu scuro non fa pendant con la mascherina verde acqua, ma non è certo un problema. “La sicurezza ha la priorità su tutto e su tutti, gli anziani sono più fragili dei ragazzini”. Parola di Walter Furcas, operatore socio sanitario da sei anni, residente a Serrenti e “di stanza” nella residenza assistita Horus di Cagliari. Turno giornaliero di sette ore, mentre macina i chilometri che lo separano dal portone d’ingresso della struttura pensa e ripensa a quello che, prima ancora che un lavoro, è una missione: “Con gli anziani bisogna sempre dare il massimo, soprattutto in questo periodo di emergenza. I loro parenti non possono venire a trovarli e quindi, quando terminano le videochiamate, siamo noi che dobbiamo badare a curarli, coccolarli e tenerli sempre su di morale”, spiega Furcas. “Il momento che stiamo vivendo non è semplice per nessuno, ecco perché è indispensabile anche mostrare sicurezza e un certo livello di empatia”.
“Ci sono anche due animatori che impegnano gli ospiti in modo proficuo. Io, da Oss, quando chiacchiero con gli anziani cerco anche un po’ di sdrammatizzare, fanno sempre mille domande” e, ovviamente, attendono delle risposte. “La sincerità è fondamentale, gli anziani che seguo è come se fossero tutti miei genitori”.


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