Da anni la pet therapy è diventata di fondamentale importanza nella vita di bambini, ragazzi e adulti che, per svariati motivi, attraversano un momento particolare della loro vita: depressione, malattie, un lutto o un trauma trovano ristoro con l’affetto di un pelosetto che, privo di parola, riesce a essere più loquace e presente anche degli esseri umani. Sfruttare questa dote degli animali non è condannabile, anzi: si innescano, la maggior parte delle volte, dei veri e propri circuiti che inserisco i quattro zampe meno fortunati nell’accoglienza dei bipedi umani che, alla fine, si aiutano a vicenda. Una comunità, insomma, un ristoro fisico e mentale. E perché allora non allargare gli orizzonti e utilizzare questa dote naturale che hanno gli animali, in questo caso, i cani? Fiuto e sensibilità non mancano, con un po’ di educazione e addestramento l’attestato “infermieristico” è presto che firmato. Il comune di Villaspeciosa, amministrato da Gianluca Melis, molto attento alla tematica del benessere animale, ha sposato il progetto portato avanti dall’associazione nazionale “Progetto Serena Onlus” già operativo in diversi centri della penisola, che prepara i cani a fiutare anche il pericolo che si cela dietro il diabete. Il fiuto di cani appositamente addestrati, infatti, è in grado di percepire eventuali crisi ipo o iperglicemiche imminenti e di comunicarlo tempestivamente al padrone, rendendo così più semplice la vita quotidiana di chi convive con il diabete. Il comune di Villaspeciosa è convenzionato con il “Dog Hotel” che sposa con entusiasmo questo progetto.
Ecco la testimonianza di Serena Pellegrini, salvata dal suo cane poche settimane fa: “La glicemia è crollata a 42. Io dormivo. Lui si è svegliato. La sua non è stata una semplice segnalazione da cane allerta diabete molecolare. Perché io ero totalmente priva di forze e capacità di movimento.
Ha iniziato a zamparmi la spalla sinistra, poi a sollevarmi il braccio col muso, una volta, due, tre, ha iniziato a guaire mentre io, ormai sveglia ma incapace di muovermi, cercavo di tranquillizzarlo.
Ha spostato tutte le coperte con zampe e muso, uggiolando è passato a un ringhio sommesso di frustrazione, si è posato pesantemente sul braccio, ha leccato la mano furioso e poi la mia faccia, ha preso tra i denti la manica del pigiama e l’ha strappata tirandomi, ha ricominciato tutto da capo per trovare una soluzione.
Un tempo infinito.
C’è stata una sola cosa che mi ha dato la grinta per reagire: la nostra sinergia, gli sforzi disperati di questa creatura. Un’esperienza come quella di stanotte che poteva diventare una tragedia, dove il cane non solo segnala la glicemia, ma si adopera per porre rimedio ingegnandosi, facendo di tutto, reinventandosi di sua spontanea iniziativa senza alcun addestramento.
L’importanza fondamentale del cane caregiver.
Sono qui, a scrivere di lui, con una presa di coscienza molto diversa, stanotte:
meno di 24 ore fa, sarei scivolata impietosamente in coma, senza il mio cane, quello a cui nessuno dava un centesimo bucato, il mio cane Forrest Gump.
Quello a cui io devo, ora, il fatto di poterlo dire al mondo.
Diploma, e non sarò io a doverlo decretare, o meno, Cierzo ha preso la laurea in Scienze della Vita.
E ha vinto tutto”.











