I segni dei crolli del 2008 sono ancora visibili: le case sbarrate in via Castelfidardo e le “tracce” delle lesioni sui muri dei palazzi di via Peschiera, “a memoria” di quanto accaduto. Nove anni dopo, proprio via Peschiera è stata riqualificata totalmente. Ma, in tutto il rione, l’attesa per i lavori di messa in sicurezza diventa snervante. Un intoppo burocratico, tanto per cambiare: sarebbe questo il motivo che non consente di cerchiare sul calendario una data utile alla partenza del cantiere. Così, nel dedalo di strade che da piazza D’Armi arriva proprio fino a via Castelfidardo da un lato e via Goito dall’altro, la situazione attuale presenta due facce: l’assenza di attività commerciali (a parte un mini market) e le decine di automobili parcheggiate, quasi attaccate l’una all’altra, in un quartiere che somiglia a un maxi parcheggio.
Proprio accanto alle “strade dei crolli” c’è la facoltà di Ingegneria: studenti e professori parcheggiano negli stalli bianchi, ma c’è anche chi vive o lavora in altri quartieri. I residenti non hanno più il pass per parcheggiare, potrebbero riaverlo solo dopo la fine dei lavori (ancora da iniziare). “Attendiamo i nuovi lavori, ma non penso che partiranno prima dell’anno nuovo”, dice Luciano Pusceddu, titolare dell’unica attività commerciale della zona. “C’è stata una parziale riapertura delle strade, ma devono ancora partire addirittura i lavori nella rotonda di piazza D’Armi. Come rione siamo isolati e un po’ penalizzati”.











