Finisce 4-1 per il Milan, addio Coppa Italia: i giocatori rossoblù non onorano la maglia, una delle peggiori prestazioni degli ultimi 20 anni. Sconcertante atteggiamento in campo dei giocatori, il Cagliari di Giulini e Ranieri sembra ormai abituato a perdere e questa volta combatte solo nei primi dieci minuti. Altro che voglia di lottare, altro che non mollare, altro che coltello tra i denti. Oltre alla scelta di non giocarsi la qualificazione per i quarti, mandando in campo tutte le seconde linee, Ranieri torna da Milano con la certezza di avere una squadra in bambola. E due giocatori che non sono in grado di giocare in questa categoria. Uno è il greco Hatzidiakos, che il ds Bionato ha acquistato insieme al grigio Wieteska per dare esperienza alla difesa rossoblù, che con entrambi in campo subisce un umiliante poker di reti a San Siro. E l’altro è Radunovic, un portiere impresentabile autore anche oggi di due papere clamorose che normalmente non si vedono mai neanche su campi da oratorio. Deiola da incubo, Makoumbou inguardabile, attacco con le polevri bagnate e col solito Petagna ancora a quota zero gol. L’unica rete della bandiera è arrivata nel finale con un gran tiro di Azzi deviato da Luvumbo.
Si dirà: è molto più importante lo spareggio di sabato contro il Lecce in trasferta. Non a caso Ranieri ha lasciato a casa Pavoletti, Dossena e Prati, e ha tenuto fuori tutti i titolari. Ma c’è un limite a tutto: i tifosi sui social sono letteralmente inviperiti per la prestazione e per l’atteggiamento di un Cagliari a testa china, in cui non si riconosce la mano di un allenatore che durante la carriera ha sempre venduto cara la pelle in ogni partita. E invece il Cagliari è sceso in campo rassegnato alla sconfitta, compiendo errori tecnici di involontaria comicità, difendendo in maniera pessima, e i supporters rossoblù che sono giunti a Milano sono apparsi umiliati, senza parole. Da nove anni, con Giulini, si soffre e questo è il risultato dell’operato della presidenza e dei suoi collaboratori. Un Cagliari, stasera, di cui vergognarsi. Terzultimo in campionato, fuori dalla Coppa Italia. Non c’è gioco. Non c’è grinta. Il Milan dei giovanissimi passeggia e ne fa quattro.











