Si è trasferita in Piemonte da anni, dopo aver vissuto gran parte della sua vita nella lottizzazione di Torre degli Ulivi, a Capoterra, Martina Cirina. E così, quando ha avuto necessità di mettere in vendita un suo immobile nelle campagne di Decimoputzu, dopo avere pubblicato l’avviso sui principali portali di vendite online, ha accettato di buon grado di essere aiutata da una persona: “Si tratta di un uomo di 63 anni che ho conosciuto durante un campeggio in Sardegna nel 2019. Si è presentato come titolare di un Caf, ed effettivamente lo era perchè gli avevo girato dei documenti che mi aveva subito lavorato”. La Cirina e l’amico stringono un accordo ufficiale davanti a un notaio: “Lui sarebbe stato il mio procuratore, occupandosi di gestire la vendita della casa. Mi ha sempre detto che lo faceva gratis perchè voleva aiutarmi e aveva del tempo libero”. La donna si fida e, ai primi di novembre, arriva l’acquirente. Casa acquistata, venticinquemila euro totali. Solo che il primo assegno, da diecimila euro, non è mai arrivato. E la donna, il 28 novembre scorso, si è presentata alla stazione dei carabinieri di Bioglio, in provincia di Biella, protocollando una denuncia per appropriazione indebita.
“Nel mese di luglio 2023 abbiamo stipulato, io e il sessantatreenne, una procura speciale davanti al notaio”, racconta nella denuncia. “L’assegno di diecimila euro non è trasferibile, dopo alcuni miei messaggi e telefonate mi ha bloccato, anche su WhatsApp. Una delle ultime volte che ci siamo sentiti mi disse che aveva dei problemi bancari, ricordandomi anche, nonostante fossi disposta a retribuirlo, non lo riteneva necessario in nome della nostra amicizia. Spero che si metta una mano sulla coscienza e che mi restituisca tutti i soldi, mi servono per vivere e andare avanti”.








