Uta – Il famoso bronzetto “Il Capotribù di Monte Arcosu”, è tornato a casa: da Cagliari al municipio del centro della città metropolitana è stato scortato dalle guardie e potrà essere ammirato dai cittadini attraverso una teca. È arrivato in pompa magna, accolto come una superstar: eccolo di rientro nella sua terra d’origine, anche se solo per poco. Imponente come lo è da tanti secoli, racchiude un immenso valore storico e culturale: a fare gli onori di casa, il sindaco Giacomo Porcu, per cui resta “fondamentale l’importanza di preservare e valorizzare il patrimonio culturale locale”.
Una straordinaria giornata di scoperta e riflessione attende gli amanti della storia e della cultura sarda, “Il Capotribù di Monte Arcosu”, un prezioso reperto nuragico: intitolato “Dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari verso casa”, l’evento celebra il ricco patrimonio storico e archeologico della locale e non solo è ospitato al Municipio di piazza S’Olivariu, al piano terra, nella Sala del Consiglio comunale. Alto circa 40 centimetri il bronzetto sovrasta decisamente le altre figurine nuragiche. La raffigurazione è quella tipica dei cosiddetti capitribù, doppia tunica, ampio mantello, copricapo a calotta, pugnaletto ad elsa gammata appeso alla bandoliera e bastone. A differenza del capotribù di Abini – Teti, che con la mano sinistra stringe un bastone nodoso e tiene la destra sollevata e aperta in segno di preghiera, quello di Uta impugna con la mano destra una spada a lama larga appoggiata sulla spalla. Il canonico Giovanni Spano nel Bullettino Archeologico Sardo racconta, che nel 1849 un carpentiere di nome Francesco Pani, mentre tagliava legna in montagna per caso scoprì sotto una pietra sette statuette di bronzo e otto spade ugualmente di bronzo, mezzo sepolte dalla terra. La ricerca fu allargata anche alla zona circostante, ma senza trovare nessuna traccia né di edifici, né di sepolture, perché secondo lo Spano i bronzetti dovevano far parte di un corredo funerario.
Un importante convegno celebrerà l’evento, tra i relatori, spiccano esperti di varie discipline legate al territorio e alla sua storia. Fausto Pani, geo pedologo, affronterà il tema dei “Valori geo pedologici del territorio di Uta”, mettendo al centro i suoli e le caratteristiche geologiche nella storia e nell’agricoltura della Sardegna. Federico Corona, agronomo, esporrà invece il suo contributo su “Terra e acqua: la ricchezza di Uta”, evidenziando il legame tra la terra, l’acqua e l’agricoltura tradizionale, che sono stati pilastri fondamentali della comunità locale.
La figura di don Roberto Maccioni, parroco di Uta, metterà invece in risalto invece “Il sistema chiesastico di Uta: scrigno di spiritualità e cultura”, sottolineando il ruolo della chiesa locale come custode di tradizioni e cultura. Mentre Maria Passeroni, della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Citta Metropolitana di Cagliari e le Provincie di Oristano e Sud Sardegna, presenterà “L’arte della fede: il restauro del simulacro di Santa Maria di Uta”, rimarcando l’importanza del restauro nel preservare l’arte sacra dell’Isola.
Maria Antonietta Mongiu, componente del Consiglio di Amministrazione del Museo Archeologico di Cagliari e presidente del Comitato tecnico-scientifico “Insularità in Costituzione”, si concentrerà sul “Il Capotribù di Monte Arcosu: fossile guida di un territorio e di identità”, portando alla luce il significato simbolico e storico di questo eccezionale reperto.
Infine, Francesco Muscolino, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, chiuderà i lavori con la sua presentazione su “Il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari: il luogo della ritrovata memoria della Sardegna”. Questo convegno promette di essere un’occasione unica per riflettere sul passato della Sardegna e sul ruolo del patrimonio culturale nella costruzione dell’identità della comunità.
Durante l’intera giornata, il bronzetto del Capotribù di Monte Arcosu sarà esposto gratuitamente al pubblico. Sarà un’opportunità straordinaria per i cittadini e i visitatori di immergersi nella cultura e nella storia di questa affascinante regione.











