Domenica 15 dicembre 2024, sera, pendici meridionali del massiccio dei Sette Fratelli, macchia mediterranea di Mela Murgia, fra i territori comunali di Quartu S. Elena e Quartucciu: due giovani cacciatori di 28 anni, Giacomo Desogus e Matthias Steri, fanno una battuta e non rientrano alle loro case. Dopo rapide ricerche vengono ritrovati dai Carabinieri.
“All’origine del decesso, secondo i primi accertamenti dei carabinieri, ci sarebbe un incidente di caccia: uno dei giovani avrebbe sparato accidentalmente alla nuca del secondo e, successivamente, si sarebbe tolto la vita utilizzando il fucile da caccia di proprietà dell’amico, unico titolare del porto d’armi”.
Sabato 14 dicembre 2024, pomeriggio, macchia mediterranea di Santa Barbara, nel territorio comunale di Santa Marina (SA):
“Un uomo di 58 anni … è morto dopo essere stato colpito accidentalmente da un colpo di fucile esploso da un altro cacciatore, un 44enne del posto. L’incidente è avvenuto intorno alle 15, durante una battuta di caccia ai tordi. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, il colpo sarebbe partito accidentalmente dall’arma del cacciatore più giovane, che ha visto un movimento dietro un cespuglio e ha pensato che si trattasse di un cinghiale. Benché l’obiettivo dei cacciatori fossero i tordi, l’uomo ha fatto fuoco”, così riporta il Corriere della Sera.
Il 16 ottobre 2024, giornata nebbiosa, Marco Gentili era con un amico a cercar Castagne sull’Appennino Emiliano, a Leguigno di Casina (RE), a breve distanza da casa.
Venne ucciso da cacciatori, uno sparo in mezzo alla nebbia.
La stagione venatoria prosegue, migliaia di altri animali uccisi e feriti, ma anche morti e feriti umani.
In tre mesi, secondo i dati raccolti dall’Associazione Vittime della Caccia, al 21 novembre 2024 c’erano già trentotto fra morti e feriti, cacciatori e non cacciatori.
Ogni stagione di caccia, oltre a milioni di altri animali, esemplari di fauna selvatica, uccisi e feriti, ci sono anche numerose vittime umane.
Nel totale silenzio di istituzioni e classe politica, tant’è che non esistono nemmeno statistiche ufficiali, visto che non si deve sapere.
Questo il risultato della stagione venatoria regolare 2023-2024.
Secondo i dati raccolti come di consueto dall’Associazione Vittime della Cacci a (A.V.C.), nel corso della stagione venatoria 2023-2024 vi sono stati 12 morti e 56 feriti.
Il più alto numero di vittime si è registrato in Toscana (10), seguono Calabria (6), Sardegna, Campania e Veneto (4).
Fra i non cacciatori le vittime sono state complessivamente 28, di cui 6 morti e 22 feriti (dei quali 7 minori).
Fra i cacciatori, le vittime sono state complessivamente 40, di cui 6 morti e 34 feriti.
Le associazioni venatorie sostanzialmente se ne fregano altamente del problema, derubricato sistematicamente a ineluttabili incidenti.
Governo e Parlamento non fanno di meglio, non esistono nemmeno statistiche ufficiali di questi singolari incidenti.
Non è un problema di sicurezza pubblica, sono solo incidenti.
Governo e Parlamento, invece, dovrebbero riflettere seriamente su questi tragici dati, tuttavia non si vede all’orizzonte alcuna iniziativa di alcun genere, ma soltanto le consuete ottuse iniziative legislative per l’ampliamento della caccia in ogni direzione.
Quanti morti e feriti sono ancora necessari perché vi sia un sussulto di decenza?
Quante altre tragedie?”











