“Un fulmine a ciel sereno”. Lo definisce così il suo licenziamento in tronco, Tore Angotzi, lo storico custode della parrocchia di Sant’Eulalia nel cuore di Marina, e assistente museale del complesso arechologico annesso alla chiesa. Le sue, sono parole di amarezza, incredulità, delusione dopo che per 20 anni ha dedicato la sua vita a quel lavoro. Che per Tore era passione, una missione. Trecentosessantacinque giorni l’anno (eccezione del lunedi, unico giorno libero), festività comprese. Anni di ferie accumulate al servizio della parrocchia. Insieme a lui ha perso il lavoro anche la collega Barbara Demontis.
“Non sapevamo che la situazione economica fosse così tesa, – racconta Angotzi,- avevamo ottimi riscontri nelle visite al sito, abbiamo raccolto grandi numeri di presenze superando di gran lunga i 20mila euro l’anno, tranne il periodo che ci sono stati i lavori di riqualificazione dove, ovviamente, c’è stato un netto calo, perché il sito è stato chiuso per sei mesi. Io e la mia collega Barbara Demontis- prosegue – abbiamo appreso del prelicenziamento nel mese di gennaio. Siamo stati informati da Don Marco che l’associazione istituita da oltre 20 anni sarebbe cessata e subentrata una nuova cooperativa nella gestione dell’area. Il 2 maggio c’è stata offerta una nuova proposta lavorativa. Che sinceramente non mi sono sentito di accettare: un contratto part time, il passaggio dal 1 al 3 livello con la perdita di una serie di diritti conquistati in tutti questi anni. Accettando l’offerta non sarei riuscito neanche a pagarmi l’affitto. Ciò mi ha toccato fortemente, non potevo accettare questa proposta, e a queste condizioni, dopo una vita passata a dare il tutto per tutto per questo lavoro”.
Una proposta giuridicamente ineccepibile, moralmente no per Angotzi. “Andava valutata meglio, considerando le persone- commenta senza vene di polemica, ma con tanta amara delusione- andava valutata nell’ambito di un percorso di 20 anni, di una storia, andavamo tutelati. Non parlo di scatti di anzianità, di privilegi ma di diritti, conquistati con una serie di sacrifici.”










