È principalmente una questione di salute, poi – certo – anche di portafoglio. Tonino Iale, boxista di San Benedetto di 65 anni, nel 2012 scopre di avere “problemi al cuore. Dovevo smettere di fumare, ho resistito per un po’ fumando circa venti sigarette al giorno, ma sono nervoso e sotto pressione e ora ne fumo tre pacchetti”. Ecco perché il reddito di cittadinanza, nel quale lui, una volta pensionato, potrà averlo, “per trent’anni ho lavorato senza assicurazione o contributi, ho solo venti anni a posto, quindi avrò la minima”, lo trova d’accordo soprattutto sulle limitazioni all’acquisto di gratta e vinci e sigarette.
“L’importante è che diano questi soldi, giusto spenderli solo per beni primari, i vizi vanno pagati a parte”, osserva il 65enne, “è meglio se le sigarette non si possono acquistare, ai gratta e vinci gioco raramente ma scommetto sul calcio. Purtroppo il lavoro va male”, e allora, per non pensarci troppo, “il fumo aumenta”









