I cittadini di Teulada non potranno esprimersi sul futuro assetto territoriale del loro Comune, e la responsabilità – secondo i gruppi consiliari di opposizione – è tutta dell’amministrazione comunale. Con toni duri e decisi, i consiglieri Alessandro Serafini, Giacomo Piras, Antonello Tanas, Mauro Serra e Susanna Boi denunciano quella che definiscono “una grave negligenza politica e istituzionale”.
Al centro della polemica c’è la mancata attuazione della legge regionale approvata il 29 aprile 2025, che offriva ai Comuni sardi la possibilità di indire un referendum consultivo per decidere la propria collocazione tra le nuove articolazioni amministrative dell’isola: la Provincia del Sulcis o la Città Metropolitana di Cagliari. Una legge chiara, con scadenze precise: dieci giorni di tempo per comunicare alla Regione la volontà di procedere alla consultazione.
Le opposizioni affermano che già durante il Consiglio Comunale del 30 aprile avevano sollecitato la maggioranza ad agire con urgenza. “Abbiamo indicato per tempo i passaggi necessari – spiegano – ma l’amministrazione è rimasta in silenzio. La scadenza è passata e l’opportunità è svanita nel nulla”.
Nel mirino finiscono anche le contraddizioni interne alla giunta. “Il vicesindaco, in aula, aveva dichiarato che sarebbero stati i cittadini a dover decidere, non il Consiglio – ricordano i consiglieri – e aveva promesso un intervento immediato. A distanza di settimane, non è stato fatto nulla. Parole che si sono dissolte, senza alcun seguito concreto”.
Un errore politico che, secondo l’opposizione, avrà conseguenze pesanti. “Non si tratta di scegliere per forza tra Sulcis e Città Metropolitana – precisano – ma di garantire ai cittadini il diritto di decidere, in modo libero e democratico, quale direzione dare al proprio territorio. Questa occasione mancata rappresenta un vulnus democratico e un passo indietro per tutta la comunità”.
Resta ora in vigore la scelta adottata dal Comune con le delibere del 2020 e 2021, in un contesto normativo ben diverso, che non prevedeva il coinvolgimento diretto dei cittadini attraverso un referendum. Per i consiglieri di minoranza, dunque, la scelta dell’amministrazione appare non solo politicamente miope, ma anche istituzionalmente discutibile.
“La giunta dovrà assumersi la responsabilità di questa inazione – concludono – e rispondere davanti ai cittadini per aver sottratto loro il diritto di partecipare a una decisione tanto importante per il futuro di Teulada”.












