Prima seduta questa mattina in consiglio regionale della giunta per le elezioni che dovrà esaminare esaminare la vicenda della decadenza di Alessandra Todde dei 5 stelle da consigliere regionale e dunque da presidente della Regione, come deciso dal collegio elettorale di garanzia della corte d’appello di Cagliari per irregolarità nelle spese elettorali. E’ questo uno dei due binari su cui si snoda la vicenda che non ha precedenti: il secondo prevede il ricorso della Todde al tribunale ordinario. E c’è poi l’ipotesi del ricorso alla corte costituzionale.
Intanto però, si comincia con la giunta per elezioni, anche se in tanti sottolineano il fatto che a presiederla è Giuseppe Frau, esponente di “Uniti per Todde”, una delle liste nata in campagna elettorale proprio a supporto della grillina. Come previsto dal regolamento consiliare, durante questo incontro iniziale sarà eletto un vicepresidente. Successivamente, si procederà con l’analisi dell’ordinanza emessa dalla corte d’appello. La giunta avrà a disposizione 90 giorni per concludere il proprio lavoro, dopodiché riferirà all’aula del consiglio regionale, che sarà chiamata a esprimersi sulla questione, ratificando o meno l’ordinanza dei giudici.
La 5 stelle Alessandra Todde è stata dichiarata decaduta dal collegio di garanzia elettorale della corte d’appello di Cagliari il 3 gennaio scorso per irregolarità nelle spese elettorali. Le due contestazioni principali sono quelle di non aver indicato un mandatario elettorale e di non aver aperto un conto corrente dedicato, come prevede la legge per monitorare provenienza e regolarità del denaro destinato alle campagne elettorali. Nei giorni successivi la procura di Cagliari ha aperto un’inchiesta penale: a trasmettere gli atti su cui saranno effettuate verifiche da parte dei magistrati è stato lo stesso collegio di garanzia elettorale.
Diverse le incongruenze emerse dalle verifiche, in particolare sulla provenienza di decine di migliaia di euro che risultano arrivare dai partiti di maggioranza che sostengono la Todde, mentre lei stessa ha detto di non aver mai ricevuto soldi dai partiti. Ci sono poi almeno una fattura non rendicontata e altri elementi da approfondire e chiarire.
Ovviamente i tempi per arrivare alla verità e alla decisione finale saranno lunghissimi, mentre si accende lo scontro fra chi vuole confinare la vicenda a una questione formale e chi fa notare come, in questo caso, la forma è assolutamente sostanza, visto che le leggi sulle spese elettorali non sono state rispettate e, se passasse la linea della “sanatoria” a posteriori si aprirebbe un precedente pericoloso.
La Todde da parte sua assicura di avere il supporto degli alleati, in particolare di Conte e Schlein: ma nessuno dei due ha finora detto una parola sulla vicenda.