Lo scenario che si presenta il giorno dopo è desolante, devastante e devastato. Chilometri di lingue di fuoco hanno distrutto in una notte centinaia di ettari di boschi e macchia mediterranea nel violentissimo, e fra i più grandi incendi divampati in Sardegna, in quest’estate nefasta. Stiamo parlando del gigantesco rogo divampato tra Arbus e Gonnasfanadiga che, dopo 24 ore, non è stato ancora domato nonostante l’incessante lavoro delle squadre dei vigili del fuoco, della protezione civile e di tanti volontari.
A rimetterci i nostri boschi – come immortalano le foto denuncia che in queste ore compaiono sui social- paesaggi lunari, terreni ridotti a cenere, le folte chiome degli alberi rinsecchite e nere. E poi ci sono loro, gli animali che popolano quei boschi morti tra atroci agonie intrappolati nel fuoco, senza via di scampo. Cinghiali, maiali, cervi, conigli, ma anche greggi di pecore e capre delle aziende sparse nel territorio. In poche ore la mano incendiaria dell’uomo ha distrutto tutto. Si riuscirà a risalire ai responsabili almeno questa volta? Il delitto commesso è atroce.













