Su Planu, la disperazione di Antonello Ligas, ragazzo di 36 anni che dal 2020 lotta contro una malattia rara, la sindrome di Aica. Questa sindrome non è stata riconosciuta in Sardegna nè al centro di malattie rare di Cagliari, nè dai medici dell’ospedale Brotzu. L’unica soluzione per tentare di alleviare i suoi sintomi sarebbe quella di recarsi al centro Besta di Milano, ma Antonello non può sostenere il viaggio con nessun mezzo di trasporto se non riesce prima a fare un intervento per risolvere il problema dell’ernia iatale di cui soffre, intervento che fino ad ora gli è stato negato. Dopo 15 anni di terapia per l’ernia iatale nessuna medicina gli fa più effetto e i sintomi gli impediscono di camminare, di mangiare, di dormire e addirittura a volte anche di parlare.
L’insieme dei sintomi della sindrome di Aica e dell’ernia iatale non gli consentono di spostarsi agevolmente. Antonello dichiara: “Riguardo la mia sindrome non ci sono specialisti in Sardegna in grado di riconoscerla, mentre per quanto riguarda l’intervento per l’ernia mancano proprio gli specialisti per poterlo effettuare. L’unica soluzione per me sarebbe quella di recarmi a Roma da un chirurgo laparoscopico con cui sono in contatto e che è disposto ad intervenire subito, ma posso affrontare il viaggio solo se vengo addormentato e questo viaggio oltre a dover essere autorizzato, ha un costo di 9 mila euro che non posso sostenere. Un viaggio normale mi è stato sconsigliato a causa delle mie costanti vertigini e dei possibili blocchi respiratori”.
La richiesta di Antonello è quella di essere aiutato a poter vivere la vita normale di un ragazzo di 36 anni, lui stesso afferma “Ho cercato di mobilitarmi facendo conoscere la mia storia clinica anche alla Presidente Todde e all’assessore alla sanità Bertolazzi, l’assessore ha promesso di aiutarmi ma sono passati due mesi e purtroppo non ho ricevuto nessuna risposta. Ho ricevuto anche la chiamata dall’assistente della ministra Locatelli, è stato tutto messo a verbale e ho richiesto l’intervento del difensore civico, ma non ho risolto niente neanche così”.
Antonello si invoca all’art. 32. della Costituzione, che sancisce il diritto alla salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, garantendo cure gratuite agli indigenti. Ed è proprio sulla base di questo articolo che chiede: “Voglio solo che l’assessore alla sanità autorizzi il mio volo per Roma. Io voglio vivere, nella vita ho perso tutto. Non posso nemmeno andare a lavorare, ma visto che non ho il verbale che accerti che io abbia una malattia rara, dal momento che in Sardegna non viene riconosciuta, percepisco un’invalidità civile solo al 46%. Questa è la mia vita, appesa a un filo in cui rischio di morire ogni giorno”.