Sonia di Cagliari: “Dal tumore ovarico non si guarisce, dopo 5 anni rischio ogni giorno la ricaduta”

Operata per uno dei cancri peggiori, Sonia Aresu è furiosa: “I dati delle guarigioni sbandierati dall’Aou? Se fossero veri sarebbe bellissimo, la verità è che anche dopo l’operazione non si guarisce: no alle false speranze a donne che stanno davvero lottando per la vita”


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Ha letto i dati snocciolati dall’Aou di Cagliari e, subito, è rimasta inorridita. “Meglio, arrabbiata”. Sonia Aresu, 41enne di Cagliari, è una delle migliaia di donne che convive ancora con un tumore ovarico. Convive, sì, perché anche a distanza di sette anni dall’operazione “il rischio della recidiva c’è sempre. Il nostro è un tumore che non si sconfigge dopo essere uscite dalla sala operatoria”. Lei, bisturi e medici, li ha visti nel 2017: “Me l’hanno scoperto all’inizio, prima che andasse in metastasi. Ma dire che si è raggiunto l’80 per cento di guarigioni è falso. Se fosse così sarebbe bellissimo, la verità è che con questo killer silenzioso bisogna conviverci”. A lungo, molto a lungo. Oggi la Aresu fa un controllo “annuale. Tac, ecografie: il termine guarigione è un parolone”.

“Non si possono dare false speranze a donne che stanno lottando per la loro vita, è gravissimo”, prosegue la quarantunenne, che ha provato e prova ancora oggi sulla sua pelle tutte le criticità legate a un cancro alle ovaie. “L’operazione chirurgica è solo uno dei passaggi, non certo l’ultimo. In tantissimi casi le donne hanno già una metastasi in corso” e, quindi, il loro calvario assume dimensioni inimmaginabili e diametralmente opposte alle percentuali diramate dall’Aou di Cagliari”.


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