Furibondo come non si era mai visto. Il governatore della Sardegna Christian Solinas, colato a picco nel consenso dei sardi e mollato anche dalla sua maggioranza, è furioso per il blitz di ieri in consiglio regionale, con i franchi tiratori che, grazie al voto segreto, hanno permesso di stracciare l’accordo di programma che prevedeva la realizzazione di stadio, ospedali e casa dello studente, in modo da destinare i 50 milioni previsti esclusivamente alla costruzione del “Gigi Riva”.
Un epilogo inaspettato per il presidente sardista, irremovibile nella sua decisione di agganciare alla costruzione dello stadio anche le altre opere. Una sconfitta su tutta la linea, di fronte alla quale ha reagito usando parole molto pesanti, senza mezzi termini, accusando minoranza e “voltagabbana” di maggioranza di pensare allo stadio e non a ospedali e casa dello studente e mettendo in guardia dal fatto che, ora, costruire lo stadio, su cui il tira e molla con il Comune va avanti da mesi, sarà ancora più difficile.
“Questa priorità sullo stadio con l’utilizzo di fondi pubblici, inizialmente 10 milioni del Comune di Cagliari per demolizione di strutture pubbliche lasciate all’incuria, è stata voluta dall’allora sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Peccato – dice Solinas – che questo emendamento di fatto non cambi niente se non addirittura ottenere l’esatto opposto di quel che molti vanno dicendo e scrivendo. Infatti, con la sua approvazione si lascia solo lo stadio con l’obbligo della procedura dell’accordo di programma previsto dalla legge, mentre per le altre opere si potrebbe addirittura procedere ora senza necessità di quell’ulteriore procedimento. Davanti a tutti queste camarille ed ai loro giochetti, io resto fermo agli impegni assunti con i sardi. Ho messo insieme con fatica le risorse necessarie ed impegnerò ogni mia energia perché la Sardegna abbia nuovi ospedali degni dei migliori esempi internazionali, abbia alloggi a prezzi accessibili per gli studenti universitari che vogliono costruire il proprio futuro; abbia uffici pubblici razionali che facciano risparmiare la Regione e siano accoglienti per i cittadini; abbia anche uno stadio degno di una squadra alla quale tutti i tifosi tengono e nella quale si identifica un intero popolo”, aggiunge Solinas.
Pesantissimo l’attacco politico, con il ricorso a metafore considerate da più parti inopportune e sgradevoli soprattutto se pronunciate da una persona che ricopre un ruolo istituzionale così importante. “L’ennesimo pasticcio sulla pelle dei sardi da parte di una minoranza che non si cura dei loro bisogni, come gli ospedali o gli alloggi per studenti capaci e meritevoli, coadiuvata da un manipolo di voltagabbana che si nascondono dietro il voto segreto per conservare i posti di potere che occupano da tempo”, dice il governatore, che è segretario del Partito sardo d’azione. “Dietro il voto segreto, infatti, non c’è niente che abbia la dignità di un progetto politico alternativo ma solo un cumulo di miserie umane e un repertorio di pretese indicibili che si possono solo nascondere, come nella tradizione di certe comunità ben note nell’antropologia culturale della Sardegna: c’è chi si nasconde dietro i muretti a secco, chi sa sparare solo alle spalle e chi non spara mai dentro il proprio paese”, incalza Solinas, con affermazioni choc che hanno provocato non poco sconcerto. “Ma un simile connubio non poteva che generare gattini ciechi. Da un lato, infatti, si tradisce il mandato degli elettori e il programma della coalizione, che prevedeva come priorità la nuova edilizia sanitaria e universitaria; mentre dall’altra progressisti, PD e m5s palesano finalmente le loro priorità sociali: lo stadio viene prima degli ospedali e delle case per gli studenti. Un capolavoro borghese, avrebbero detto qualche decennio fa i loro padri comunisti, socialisti e popolari”, conclude Solinas.











