Intercettati e controllati già dal 2020, poco prima dell’estate, un anno e qualche settimana dopo l’inizio della legislatura quando su alcune nomine in Regione erano stati sollevati da più parti dubbi e perplessità. Nomine pesanti, in ruoli apicali, con stipendi da favola pur senza averne le competenze, e anzi addirittura modificando alcuni criteri di ingaggio pur di piazzare i prescelti. E pazienza se parliamo di pubblica amministrazione: al di là di quello che accerterà la magistratura, che ha aperto un’inchiesta con 21 indagati fra cui il presidente Solinas, l’assessore dell’Industria Anita Pili esponente di Sardegna Venti20, la ex al Lavoro Alessandra Zedda di Forza Italia, diversi direttori generali e l’ex numero uno di Ats e Crp Massimo Temussi, trasversale a legislature diverse, dalle intercettazioni telefoniche e dagli accertamenti giudiziari emerge chiaramente il metodo collaudato di gestione della cosa pubblica come fosse un affare privato. Nell’inchiesta era entrato anche il fondatore di Sardegna Venti20, Stefano Tunis, più volte intercettato ma poi completamente uscito dall’inchiesta.
Secondo i magistrati, a vario titolo, gli indagati avrebbero sistemato gente senza titoli né competenze, caratteristiche che peraltro contraddistinguono diversi esponenti della giunta Solinas, in ruoli di gestione di soldi pubblici e potere per poter poi arrivare agli obiettivi che si erano prefissati. Questo è quello che vogliono dimostrare i magistrati che indagano sulle 21 persone, tutte stabilmente al proprio pagatissimo posto pubblico: le ipotesi di reato sono corruzione, abuso d’ufficio, falso, indebita induzione e turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente.












