Assemini, niente pensione anticipata al panettiere malato di cancro: “Morirò lavorando”

Giuseppe Pretta scopre un tumore alla testa a gennaio 2022. Subito operato, è ancora molto a rischio e, dopo decenni di sveglie notturne per infornare, ha il fisico a pezzi: “L’Inps pretende documenti che non possono darmi i miei vecchi datori di lavoro. Sono anche invalido al settanta per cento, dopo 40 anni riposarmi è un mio diritto”


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Si è preso un’abitudine, quella del riposino pomeridiano a letto, che sino a pochi anni fa non avrebbe nemmeno preso in considerazione. Eppure, per un 63enne sopravvissuto almeno sinora a un delicato intervento per un tumore alla testa, il ricaricarsi le batterie è diventato un obbligo: “Salvavita”. La vicenda di Giuseppe Pretta di Assemini ha dell’incredibile: ha quasi tutte le carte in regola per andare in pensione, grazie allo scivolo per il lavoro usurante. Non è uno scansafatiche, Pretta, anzi: da Cagliari a Oristano, da Sestu sino a Porto Torres, nella sua vita ha sempre e solo fatto il panettiere. Cioè, si è svegliato nel cuore della notte per infornare entro l’alba, quando arrivavano i primi clienti. “La mia vita cambia a gennaio 2022. Un neurinoma all’ottavo nervo cranico è l’anticipo del cancro che ho sconfitto nello stesso mese all’ospedale attrezzato di Piacenza”. Cancro ko almeno per il momento, ma il corpo del 63enne è come se, a livello di forze, fosse invecchiato di almeno vent’anni. Un pool di medici lo visita, il triste esito: invalido al 70 per cento.
Per pochissimi punti Giuseppe Pretta deve ancora lavorare, ma lui non ce la fa più: “Ho chiamato l’Inps. Vogliono gli ultimi dieci anni di buste paga, le ho portate nei loro uffici ma non si sono più fatti sentire”. Lo dice e lo rimarca, il panettiere 63enne: “Morirò lavorando. Alcuni documenti fondamentali per la richiesta di pensionamento anticipato sono quelli che provino che, anche in passato, ho lavorato in notturna. Ma i miei datori di lavoro passati, nonostante sia sempre specificato in ogni busta paga, non vogliono rispondere e nemmeno fornire documentazione. E ogni giorno che passa, per me, è sempre peggio e vedo la mia esistenza andarsene per sempre”.


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