“Prepariamo i pasti ma siamo alla fame”. Un cartello che racchiude, in poche parole, tutto il dramma che sta vivendo Simona Corona. 50 anni, da trenta è cuoca nelle scuole. La cucina dell’asilo nido di via Watt a Pirri, sino a inizio marzo, è stato il suo “regno”. Poi, la chiusura per Coronavirus, lo stipendio che scompare e il Fis di 300 euro al mese che, da giugno, si scioglierà al pari della neve sotto il sole: “Non so cosa fare, il mio è l’unico stipendio che entra in casa e ho due figli da mantenere, affitto, bollette che arrivano tutti mesi. Non ho più niente”, confessa la donna. “Da tre mesi quelli come me sono invisibili, nessuno ci sta dando risposte. Mi stanno aiutando la Caritas e i miei parenti, ma non è più possibile andare avanti così. A cinquant’anni non posso andare alla Caritas dopo aver pagato per trent’anni le tasse allo Stato”.
Ed è proprio lo Stato, soprattutto, a finire nel mirino della cuoca: “In estate non prenderò nemmeno un centesimo”. Cosa fare? “Adesso penso solo di incatenarmi alla Regione, sino a quando non sarò ascoltata”.











