“Perdere la casa significa in qualche modo perdere la propria identità, perdere un punto di riferimento che ci fa sentire protetti.
La casa non è fatta solo di mattoni e cemento, è fatta di anni di progetti, lavoro, sacrifici, ricordi, momenti di condivisione e amore” spiega il sindaco Gian Luigi Puddu. Una situazione non semplice che affligge chi ha “il cuore colmo di emozioni e una richiesta che mai avrei immaginato di dover fare”: si mettono alla porta tutti i sentimenti per chiedere aiuto, per evitare che il dramma si realizzi. “La mia casa, il luogo che ha accolto me e mio figlio nei momenti più felici e in quelli più difficili, è purtroppo a rischio di essere messa all’asta dalla banca. Questa situazione drammatica è il risultato di debiti non contratti da me, ma che ora mettono in pericolo il nostro rifugio. Per rispetto della privacy delle persone coinvolte, non posso entrare nei dettagli pubblicamente, ma vi assicuro che la situazione è complessa e molto dolorosa.
I debiti sono la conseguenza di un divorzio finito male, con la totale irreperibilità del mio ex coniuge, il suo completo disinteresse economico e morale, verso di me ma soprattutto, verso suo, nostro, figlio”.
“La pressione di dover affrontare anche questa crisi finanziaria è enorme. Mio figlio, inoltre, sta attraversando problemi di salute che richiedono cure, anche farmacologiche, e sostegno costante. Per tutelarlo, preferisco non entrare nei dettagli pubblicamente. Tuttavia, ci tengo a trasmettere quanto sia essenziale per me garantire un ambiente stabile e sicuro, soprattutto in un momento così delicato”.
Un appello condiviso “per aiutare una donna, una madre, nostra concittadina”: in tanti hanno già dimostrato affetto verso la mamma e il suo piccolo, gesti che scaldano il cuore e donano la forza per non arrendersi e lottare, per tenere stretta quella casa, la propria dimora, un porto sicuro dove approdare ogni giorno.












