Si avvicina l’estate e con essa le feste paesane in onore di santi e patroni. Oltre alle celebrazioni religiose sono ben note quelle civili animate da eventi, spettacoli e attrazioni varie che animano la comunità per diversi giorni. Negli anni del covid niente è stato festeggiato come da tradizione e quanto sono mancati questi appuntamenti che richiamano migliaia di persone per le piazze e le vie del centro abitato. Ora il covid è solo un ricordo: sminuito anche dall’OMS, non impone più le sue rigide regole comportamentali per contrastarne la diffusione e tutto è tornato come prima, possibilità di festeggiare compresa. Ma ora, ciò che mette in pericolo gli appuntamenti, è la difficoltà degli organizzatori, anche quella economica e non solo organizzativa. Una problematica sentita, più o meno, ovunque e messa in esplicita evidenza dal primo cittadino Puddu che invita ai cittadini a una riflessione a riguardo e a una partecipazione più attiva.
“Ogni comunità con la sua cultura e le sue tradizioni ha una sua peculiarità che la rende unica. Tramandare attraverso le generazioni il ricordo della tradizione è un elemento importantissimo per uno sviluppo della nostra società perché quando un paese perde il contatto col suo passato, con le sue radici, in qualche modo sta perdendo la sua identità.
Ed allora, forse è dovere di tutti provare a fare qualcosa per cercare di preservare questo patrimonio.
Nella nostra comunità esistono numerose associazioni culturali ed i Comitati per i Santi patroni.
Negli ultimi anni però, sopratutto a causa della pandemia ma anche della burocrazia, è aumentata sempre più la loro difficoltà a portare avanti gli eventi di promozione e di celebrazione delle nostre tradizioni.
Le feste paesane, in particolare quelle in onore dei Santi patroni, vengono ancora celebrate, o si cerca di celebrarle, grazie alla instancabile passione dei comitati, spesso tramandata di padre in figlio. Attualmente però, purtroppo, i membri dei Comitati sono sempre più ridotti numericamente, per questioni anagrafiche o altre ragioni. Capita ogni anno ormai, che in occasione delle feste patronali in tanti si chiedano se queste verranno celebrate e quali eventi saranno eventualmente ad esse collegati, salvo poi criticare aspramente nel momento in cui non risulta essere di gradimento il programma proposto dagli organizzatori”. Questi eventi fanno parte di una tradizione ben consolidata che è giusto portare avanti e sono “indissolubilmente legati all’attività e alla passione – che non mancano mai – dei membri dei comitati, ma soprattutto alle risorse economiche che derivano dalla cosiddetta “questua” in giro per le abitazioni e per le attività commerciali”.
Con queste espressioni il primo cittadino si fa “portavoce del malessere dei comitati che evidenziano sempre più il disinteresse generale di tanti cittadini in merito alla salvaguardia delle nostre tradizioni, che si esprime concretamente negando spesso un minimo sostegno economico che invece sarebbe utile, anzi indispensabile, per l’organizzazione delle feste e per far sopravvivere la nostra identità. Per il futuro quindi, quando forse la festa patronale non verrà più celebrata o non piacerà lo spettacolo proposto, è utile che ognuno di noi si chieda cosa ha fatto nel proprio piccolo per sostenere la causa”.











