“Abominevole, questo è un grave reato criminale… perché fare soffrire chi non merita?”, è solo uno dei tanti commenti rivolti alla donna, una vicenda quasi inverosimile quella accaduta pochi giorni fa a una giovane mamma serramannese: mesi fa aveva adottato, assieme al suo bambino, un cucciolo, futura taglia grande, prelevandolo da un rifugio locale gestito dai volontari. Un legame forte, immancabili le passeggiate al parco, sempre tutti e tre insieme. Per motivi familiari la donna, però, ha dovuto celermente cambiare casa: trovare un alloggio in affitto a Serramanna e dintorni è quasi un’utopia, Tifany è stata “fortunata” e dopo poco ha trovato un alloggio ma senza cortile e con gli spazi interni molto ridotti. La ricerca disperata di una famiglia che potesse prendere con se Panda non è andata a buon fine, “abbiamo provato a farlo vivere in una casa dove era presente un altro cane ma è stato impossibile, non era ben accetto dall’altro esemplare”. Ultima possibilità, a malincuore, quella di riportare il cucciolone presso il rifugio. “Ho spiegato quanto accaduto, rivelando anche dettagli personali, inizialmente ho avuto un buon riscontro, successivamente è stato pubblicato un post che mi ha devastato”. Queste le parole dei volontari: “Volevamo iniziare la settimana con il botto..dandovi una notizia per noi meravigliosa,invece la custodiremo ancora per qualche giorno in attesa di metabolizzare questa notizia per noi molto spiacevole..
Non è un qualcosa che capita spesso, per fortuna, ma quando succede ci ferisce nell’anima.
Ed ecco che Panda rientra in rifugio dopo poco più di tre mesi vissuti in famiglia a crescere di pari passo col suo compagnetto di giochi umano nell’illusione di un legame indistruttibile.
Ma è bastato un semplice trasferimento di casa a dissolvere quell’amore dichiarato in principio smisurato e poi condiviso nel parco, nei giochi inventati in soggiorno, nei riposini sul divano e nelle dormite profonde a letto con la felice prospettiva di anticipare la sveglia a suon di baci.
STOP! Tutto da cancellare!
Una nuova sistemazione dove lei non è ben accetta dalla proprietaria di casa induce ad una soluzione facile chi quell’affitto lo ritiene irrinunciabile senza contemplare minimamente la responsabilità delle scelte già fatte, delle sensibilità offese (da entrambe le parti).
Panda si riadatterà alla vita del rifugio e noi ce la metteremo tutta per cancellarle dallo sguardo quella tristezza che ha mostrato al suo rientro, sperando di trovarle presto una famiglia capace di lenire la delusione di un distacco per lei tanto improvviso quanto incomprensibile.
Ci dispiace che un cane venga considerato alla stregua di un oggetto ingombrante che non rientra nell’elenco del trasloco.
Ci dispiace che un bambino cresca con un modello di pensiero che non tiene conto dei sentimenti e dei valori che si dovrebbero coltivare per diventare adulti migliori”. Decine i commenti che si sono moltiplicati ora dopo ora, la maggior parte dei quali sono stati cancellati il giorno dopo, “insulti, accuse, diffamazioni inaccettabili sono state lanciate nei miei confronti”. “Quindi se per caso nelle condizioni di affitto non si accettavano bambini (e capita più spesso di quanto pensiate) riportava il bambino in ospedale?”. “Io mi chiedo con quale coraggio si possa fare un’azione del genere.
Che educazione ai sentimenti puoi trasmettere a tuo figlio e se un domani dovesse decidere di mollarti in qualche ospizio senza mai venire a trovarti non dovresti lamentarti perché è questo che gli hai insegnato riportando in canile il suo compagno”. E ancora: “Spero solo che queste persone ricevano lo stesso trattamento dai figli ,perché è questo che stanno insegnando….poveri bambini con questi esempi . Panda troverai qualcuno che ti dia ciò che meriti”.
“Una gogna mediatica incomprensibile, complimenti al Randagino che pur conoscendo la mia situazione scrive falsità in merito all’aver dovuto riaffidare loro la mia bambina. Va bene essere animalisti ma un minimo di empatia verso l’essere umano non guasterebbe. Lo schifo” ha commentato Podda con la speranza che ciò che è accaduto a lei si ripeta mai più.









