Sequestro di Mirella Gregori: spunta una nuova testimone?

Il 7 maggio 1983 la figlia di un barista sparì dopo una citofonata. Le modalità del “rapimento” e un precedente tentativo di aggancio.

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Mirella Gregori, la quindicenne scomparsa il 7 maggio 1983, è stata di certo una “sequestrata di serie B”, come ha spesso ricordato la sorella Maria Antonietta. Non per questo la sua vicenda va considerata però di minore importanza dal punto di vista investigativo, tanto che da sempre i due gialli sono stati collegati. La commissione parlamentare d’inchiesta si occuperà anche di lei. E allora torniamo dopo 40 anni a vedere le evidenze maggiori con una nuova possibile testimone.

Secondo l’ipotesi prevalente, la figlia del barista di via Montebello fu presa nell’ambito della pista internazionale, combinata a quella sul dissesto dello Ior: Mirella Gregori, cittadina italiana, fu allontanata da casa poco prima di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, per attuare un doppio ricatto legato alla figura di Alì Agca, l’uomo che due anni prima aveva sparato al papa. E del quale misteriose entità chiesero la liberazione all’indomani della scomparsa delle due ragazze. Stando a questo scenario il possesso delle due ragazze avrebbe consentito al gruppo che le prelevò (il cosiddetto “Ganglio”) di svolgere pressioni sia sul Vaticano sia sull’Italia per la concessione della grazia ad Agca, in cambio di una ritrattazione delle accuse alla Bulgaria come mandante dell’attentato. Un doppio sequestro per frenare l’attacco al mondo comunista di cui Wojtyla era a quei tempi primo artefice.

L’ipotesi è che lo stesso gruppo che tese il tranello a Emanuela, riuscì a irretire anche Mirella. Due brutti ceffi, sotto i 30 anni, vennero visti nel locale del padre della ragazza alla vigilia del rapimento: avevano messo gli occhi addosso a Mirella e le avevano scattato diverse fotografie. Si scoprirà in seguito che gli stessi erano legati alla banda della Magliana e che circa un mese e mezzo dopo saranno loro a pedinare in auto Emanuela mentre la ragazza tornava a casa. 

A raccontare nel dettaglio l’allontanamento da casa di Mirella Gregori è stato Marco Accetti, l’uomo che ha consegnato il flauto della Orlandi ai familiari. Secondo Accetti “a citofonare a casa Gregori era stata la sua amica, Sonia”, e Mirella dopo aver salutato la madre era entrata  nel bar sotto casa e lì si era cambiata gli abiti, chiudendosi nella toilette. Mirella sarebbe poi andata nel piazzale di Porta Pia dove avrebbe trovato Enrico De Pedis ad attenderla in macchina, e con lui si sarebbe allontanata.

A questa la versione la Procura di Roma nel 2015 decise di non dare seguito, archiviando l’inchiesta, ma in tempi recenti si è tornati a parlare delle dichiarazioni di Accetti nel corso delle indagini aperte sul giallo collegato di Katty Skerl.

Ma stando ai verbali depositati in Procura c’erano stati precedenti tentativi di aggancio. In particolare, lo stesso gruppo sospettato di aver rapito le ragazze avrebbe avvicinato una tredicenne di terza media circa un anno e mezzo prima. Accetti ha infatti riferito che “necessitavamo di alcune giovanissime per poterle usare in ricatti e pressioni, senza che le stesse ne fossero consapevoli. Dovevano solo apparire fugacemente. Per cui una mia collaboratrice di 17 anni si introdusse nella palestra del plesso scolastico di via Montebello, e sottrasse la borsa a una studentessa di 13 anni, notata come intelligentemente precoce. Questo gesto aveva il duplice scopo di leggere l’eventuale diario per conoscerne meglio le caratteristiche. Valutammo la sua personalità e concludemmo che non era idonea”.

Questa ragazza, che oggi ha 55 anni, è in grado di confermare? Ricorda il furto dello zaino a scuola e la telefonata? Se l’aggancio avvenne davvero nelle circostanze riferite, la versione di Accetti ne uscirebbe ulteriormente rafforzata.

Misteri, depistaggi e nuove scenari: dopo 40 anni dopo, il giallo delle ragazzine sparite è più attuale che mai. 

 

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