Uno sfogo quello di Maria Bonaria Pascai, conosciuta meglio come Bonni, 66 anni, mamma di due di due figli, casalinga e pensionata, e tanto dispiacere per uno dei suoi figli che, dopo molteplici lavori occasionali, non si è ancora realizzato. Una situazione purtroppo comune a tanti, una storia che non ha niente di nuovo: quello di un cuore che soffre, di una madre in apprensione per il figlio, un grido di rabbia verso un sistema che non rispetta la costituzione, quella che recita che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. “Non mi nascondo, mi piace confrontarmi, mio figlio è adulto e il lavoro non si trova. Tante le promesse, disattese, in seguito alle quali nascono malumori in famiglia poiché con il mio non si arriva a fine mese, ma nemmeno a metà mese. Non c’è serenità ed è una condizione, un problema che si riversa in famiglia. Tanti lavori in nero, saltuariamente, si è occupato della vigilanza ma si presta a compiere qualsiasi mansione. Il timore è quello che subentri la depressione e poi? Cosa succederà?”. Scoppia in lacrime, uno strazio che viene vissuto da tanti genitori che non possono godere della tranquillità che spetta dopo una vita trascorsa a lavorare e ad accudire la famiglia: “Non si chiede l’elemosina, ma solo il diritto a lavorare”. La rete solidale non manca, tanti gli aiuti che in silenzio vengono offerti alla famiglia per tamponare la ferita aperta: anche gli assistenti sociali “hanno a cuore la nostra situazione, ma, forse, è chi sta in alto che non presta la giusta attenzione. Capisco che siamo in tanti, ma non fate, allora promesse che poi non si possono mantenere. Si ignora la dignità delle persone così che non chiedono chissà cosa ma solo un lavoro”.
“Una espressione di rabbia e di dolore, la mia, poiché il lavoro nobilita l’uomo e permette di essere indipendente non di dipendere, ancora, come invece avviene”. Si vivono le giornate così, una mamma non ha bisogno di ascoltare le parole di un figlio per capire ciò che prova, ciò che sente e che lo sta logorando, giorno dopo giorno. “Lui si sa difendere, ma ho diritto anche io di essere libera, di vivere serenamente e far fronte alle mie esigenze. So rialzarmi se c’è un abbattimento, ma se lui cade in depressione come posso fare. Io ho la volontà, ma non la forza che inizia a mancare, mi devo curare, ho dovuto vendere i miei beni per far fronte a questa situazione”. Oltre all’affitto e alle bollette, oltre che alla spesa giornaliera, infatti, Bonni ha la necessità di recarsi anche oltre mare per visite mediche e cure. Una necessità che non affronta a cuor leggero ma indispensabile per continuare ad andare avanti. “La volontà di lavorare c’è eccome, date solo l’opportunità”.









