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Selargius, ecco l’archeoparco “Su Coddu”: oggi l’inaugurazione

di Redazione Cagliari Online
24 Giugno 2017
in area-vasta, hinterland

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È nato ufficialmente e ha aperto i battenti oggi alle ore 10 l’ArkeoParco “Su Coddu” a Selargius. Ma, già dalle ore 9,30, in tanti si sono recati accanto a quel terreno situato in località “Sa Sitza“, che lungo la strada statale 554 è indicato da un apposito cartello, e dove il proprietario Carlo Desogus (ex ispettore onorario della Soprintendenza archeologica) ha dato vita alla fedelissima riproduzione di un villaggio neolitico. 
Lo ha fatto nascere dal nulla, dal vortice di tanti pensieri che affollavano la sua mente, con un affiatato gruppo di amici. Così, mettendoci tanto impegno, insomma tanta dedizione,  riproducendo ad esempio diverse capanne prenuragiche sulla falsariga di quelle un tempo appartenenti al villaggio preistorico de “Su Coddu”, ha ridato vita a quanto è stato occultato dalle opere di urbanizzazione negli anni ’80. Proprio a SELARGIUS. 

LA STORIA. Il nucleo più antico del villaggio Su Coddu, (cultura di Ozieri) si estendeva tra la vecchia strada comunale per Sestu (attuale via Nenni) e quella per San Giovanni di Settimo che costeggia il fiume. Ancor oggi però, i resti di capanne (pietre, tracce di fuochi, contenitori di terracotta) sono visibili nei terreni tra le vie Nenni, Palmas e Segni, un tempo sponde sudorientali di uno stagno bonificato nei decenni passati. 
L’IDEA di Desogus & amici, da esperti in archeologia, si è concretizzata grazie all’aiuto di privati cittadini: nessun finanziamento pubblico, nessuna ufficiale presenza della Soprintendenza archeologica che Desogus vede con rispetto ma, al tempo stesso, “con la quale non ho avuto un rapporto idilliaco, ad esempio quando domandai di valorizzare le antiche preesistenze riportate dalla luce nella mia città. Cosa che però non è stata fatta“. Da qui l’idea di realizzare quanto gli uomini preistorici lasciarono a Selargius, e quanto gli archeologi ritrovarono, “su mia segnalazione – prosegue Desogus – che però ricoprirono“. Le datazioni al radiocarbonio consentirono di inquadrare la frequentazione del sito “Su Coddu“, nel periodo compreso tra il 3.350 e il 2.900 a.C, dunque ad oltre 5 mila anni fa. Quando gli uomini vivevano in capanne coperte o semi coperte, composte da uno scavo nel terreno, pietre laterali, taci di legno con frasche o probabilmente canne palustri. 

Proprio come è stato riprodotto nell’ArkeoParco. 

Possiamo ammirare anche la fedele riproduzione di una capanna semi-scoperta con la stratigrafia dello scavo scientifico. “Un modo per far osservare anche ai più piccini ed inesperti, quanto sia affascinante studiare la storia e toccarla con mano“. 
Dentro l’l’ArkeoParco, anche un forno per la cottura delle ceramiche, un braciere per i metalli, perfettamente funzionanti. E poi un allenamento di menhir, una domus de janas articolata su due ambienti. 
C’è anche un dolmen. E una grande capanna “per le riunioni“. DIDATTICA: “al suo interno i bambini potranno fare le lavorazioni della ceramica, usare l’ossidiana e le pietre, realizzare manufatti di argilla che verrà poi cotta alla maniera del lontano passato” racconta Carlo Desogus. 
Infine, in un fazzoletto di terra dell’ArkeoParco, c’è un piccolo stagno d’acqua dolce: “lo abbiamo riprodotto ispirandoci ad un vero modello, a come si presentava per davvero, in origine, lo stagno de Su Coddu. Sulle sue sponde – conclude Desogus – sorgeva infatti il villaggio di capanne preistoriche“. Un villaggio scomparso e che, da oggi, sarà toccabile con mano, grazie a una serie di riproduzioni, figlie dell’amore incontenibile di un gruppo di cittadini per la storia della propria città. Un bell’esempio, non trovate? Anche in termini di volontà; della voglia di far alla svelta. E bene.

Marcello Polastri

 

Tags: archeoparcoinaugurazioneSelargius
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