Cagliari, dopo cinque anni alla guida del Teatro Lirico di Cagliari, Nicola Colabianchi si appresta a lasciare la sovrintendenza. Il suo futuro potrebbe essere già scritto: secondo indiscrezioni sempre più insistenti, il suo nome sarebbe il favorito per assumere la guida della Fenice di Venezia. Il diretto interessato, interpellato sulla questione, ha dichiarato all’Ansa di essere onorato dell’accostamento, ma ha anche minimizzato definendo il tutto come semplici voci giornalistiche. Tuttavia, queste indiscrezioni sembrano avere solide basi: il 27 febbraio, infatti, è stato convocato il Consiglio di Amministrazione della Fenice per scegliere il nuovo sovrintendente, e tutti gli indizi portano a Colabianchi. Abruzzese, 63 anni, direttore d’orchestra, pianista e librettista, Colabianchi ha ricoperto in Sardegna un doppio incarico: sovrintendente e direttore artistico. Guardando al suo operato, lascia un teatro in condizioni solide sia dal punto di vista economico-finanziario sia sotto il profilo gestionale. “Abbiamo raggiunto l’equilibrio di bilancio in tutti gli ambiti, anche se non siamo rientrati nella legge Bray”, ha spiegato, sottolineando come il Lirico di Cagliari sia il teatro italiano con i tempi di pagamento più rapidi. Durante il suo mandato sono stati acquistati strumenti per 300.000 euro e assunte 50 persone tramite concorsi. Nonostante le difficoltà legate al Covid, il teatro da lui diretto è stato quello che ha fatto meno giorni di cassa integrazione in Italia ed è stato il primo in Europa a riaprire il sipario. Ora, per lui, si apre una nuova fase professionale. Tuttavia, Colabianchi custodisce ancora un sogno nel cassetto: un’opera lirica dedicata a Gigi Riva, il leggendario attaccante del Cagliari scomparso durante il suo incarico. “La stesura del libretto è già sul mio PC, devo solo rifinirlo”, ha confessato, sperando che questo progetto non rimanga solo un’idea. “Il futuro dell’opera, è legato alle nuove produzioni, alle nuove idee, non soltanto alla rivisitazione di regie di titoli del grande repertorio operistico e la figura di Rombo di tuono, per le sue gesta calcistiche, le sue doti umane, è entrata nel mito. Un mito contemporaneo, un punto di riferimento per le nuove generazioni”. Ora il suo destino sembra legato alla Fenice di Venezia, dove potrebbe presto iniziare un nuovo capitolo della sua carriera.