Nel surreale, e strumentale, dibattito sugli impianti per la produzione di energia rinnovabile che monopolizza l’isola a tal punto da far dimenticare emergenze vere come quella della sanità e dei trasporti, il ministro Salvini trova un varco e abilmente si infila. Partendo dalla dichiarata volontà di stoppare l’assalto delle rinnovabili, lancia invece l’idea, forse già più che un’idea, di mollare le rinnovabili e spingere sul nucleare di ultima generazione. Apriti cielo. Il no della Sardegna e dei sardi, che evidentemente preferiscono tenere le centrali a carbone e assecondare gli interessi imprenditoriali di qualcuno che getta benzina sul fuoco del buonsenso e della lucidità, è esploso nuovamente anche su questo.
A intervenire e dirne quattro a salvini è la presidente Todde, indignata per l’impugnazione della moratoria che pure lei stessa aveva annunciato sarebbe stata impugnata.
“Mentre il governo Meloni impugna la nostra legge, indispensabile per tutelare e salvaguardare l’ambiente e il paesaggio della Sardegna, leggo con estremo imbarazzo le dichiarazioni del ministro Salvini che vorrebbe trasformare la Sardegna nella discarica nucleare d’Italia”, dice la Todde. “Siamo tutti abituati alle sparate di Salvini, ma non permetteremo a chi per anni non ha fatto nulla per la Sardegna di trasformare la nostra regione in una discarica nucleare o in una specie di laboratorio in cui fare esperimenti. Potete starne certi”.
Peraltro, Salvini ha governato per cinque anni insieme a Solinas, bocciato sonoramente alle urne dai sardi: secondo la Todde, proprio la precedente giunta sardista leghista ha spalancato le porte al disordine sul fronte delle rinnovabili. “La maggioranza uscente – quella composta da Lega e FdI – negli ultimi 5 anni di governo non ha fatto nulla per fermare la speculazione energetica. Tutt’altro – spiega la presidente – Ha dato l’ok definitivo per quasi tutti quegli impianti che oggi diversi esponenti del centrodestra criticano a testa bassa perché ‘non necessari e dannosi per il territorio sardo. Sono gli stessi esponenti che continuano a nascondersi dietro l’alibi di un decreto voluto da Draghi – durante un governo di unità nazionale in cui ricoprivo il ruolo di viceministra al Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Giorgetti, allora come oggi ministro ed esponente di punta della Lega – che non hanno minimamente tentato di ostacolare”. “Anzi – prosegue Todde -. Gli stessi che oggi si ergono a finti difensori del paesaggio, che sostenevano la precedente giunta e che in realtà vorrebbero regalare ai sardi centrali nucleari e deposito delle scorie. Ora è sempre più chiaro lo scenario: da una parte c’è chi contrasta le rinnovabili perché più interessato a tutelare le fonti fossili e a sponsorizzare il nucleare. Mentre dall’altra ci siamo noi che stiamo lottando a viso aperto contro la speculazione energetica in nome di una sana, adeguata e giusta transizione ecologica”, chiarisce la governatrice.