Tre scuole chiuse per scabbia in 2 giorni a Cagliari, “Dopo il lockdown contatti stretti in aumento”

Oggi via Piceno, ieri Is Mirrionis e via Castagne Vizza. E la settimana scorsa altri 2 casi. L’Ats: “Forse l’effetto lockdown e l’aumento dei contatti stretti che si sono verificati ora che la situazione pandemica è migliorata, può aver provocato un aumento delle notifiche. Esiste anche questa malattia e non c’è solo il Covid”


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Tre scuole chiuse per scabbia in due giorni. Si arriva a cinque istituti se si considerano anche quelli del 13 e del 18 ottobre. Con la chiusura disposta oggi dal sindaco Truzzu della scuola di via Piceno per “la presenza di un caso di scabbia e la conseguente necessità di procedere alla sanificazione dei locali” cresce il numero delle scuole sbarrate a causa dell’acaro. Ma dall’Ats rassicurano: non c’è nessuna emergenza.

“La scabbia c’è sempre stata a Cagliari come nel sud Sardegna”, afferma Serenella Secci, dirigente medico di Epidemiologia e Sanità Pubblica dell’Ats, “forse l’effetto lockdown e l’aumento dei contatti stretti che si sono verificati ora che la situazione pandemica è migliorata, può aver provocato un aumento delle notifiche, anche perché chi non ha avuto modo di farsi visitare precedentemente adesso viene a farsi visitare. Ma noi abbiamo avuto notifiche anche l’anno scorso, perché è una malattia la cui denuncia è obbligatoria da parte dei medici. E’ una malattia ubiquitaria che colpisce tutte le età e i ceti sociali, si trasmette con un contatto molto stretto tra le persone e soprattutto tra conviventi. Si tratta di casi sporadici di bambini che hanno portato a scuola la malattia da casa, ma se le persone fanno profilassi e si rivolgono al medico o allo specialista dermatologo la cosa si argina facilmente. Le mamme”, conclude, “devono stare tranquille: chi ha sintomi deve stare a casa e consultare uno specialista per fare la profilassi e la terapia affinché chi è malato non contribuisca a diffondere il contagio. Nessuno si vergogni, la malattia colpisce tutte le età e tutte le classi sociali e i ceti socioeconomici. E’ importante capire che esiste anche questa malattia e che non c’è solo il Covid”.


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