Sardegna, ritorna l’invasione delle cavallette: “Dopo il Coronavirus, un altro rischio per le aziende agricole”

Nella Valle del Tirso sono ricomparse le cavallette: ““Come ci dissero lo scorso anno gli esperti del settore arrivati a questa fase è anche difficile intervenire per bloccarle”


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Nella Valle del Tirso sono ricomparse le cavallette. A lanciare l’allarme, cosi come un anno fa è Coldiretti Nuoro Ogliastra.

La notizia dell’invasione di milioni di cavallette lo scorso anno fece il giro del mondo. Circa 2.500 ettari, tra Ottana, Bolotana, Orotelli e Orani furono a fine maggio e inizi di giugno invasi dalle cavallette. Problema che andò via via scemando ma che creò non pochi problemi alle circa 20 aziende agricole interessate, dove persero parte, soprattutto, del pascolo e foraggio.

Da qualche giorno le aziende agricole ubicate sempre in quei territori (una ventina di ettari anche a Escalaplano) denunciano la ricomparsa delle locuste. La paura è che il problema riesploda e che addirittura quest’anno il numero sia maggiore creando ulteriori danni e perdite in una annata pessima segnata dall’emergenza epocale del Covid.

“Purtroppo il problema si è materializzando anche quest’anno – afferma il presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis –. Un anno orribile con le aziende già seriamente provate dall’emergenza del Coronavirus oltre che da tutte le altre problematiche che conosciamo, non ultima quella dei cambiamenti climatici. Da oltre 20 giorni stiamo monitorando la situazione insieme alle aziende agricole interessate e allo stesso tempo ci stiamo già attivando presso le istituzioni per chiedere interventi immediati per contenerne la diffusione”.

“Come ci dissero lo scorso anno gli esperti del settore arrivati a questa fase è anche difficile intervenire per bloccarle – spiega Alessandro Serra, direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra -. L’unica speranza la riponiamo nei predatori naturali, in particolare nell’avifauna che potrebbe rappresentare l’unico mezzo di contrasto alle locuste”.

Le cavallette sono frutto dei cambiamenti climatici e delle terre incolte, due problematiche che Coldiretti denuncia da tempo e delle quali oggi viviamo e vediamo davanti ai nostri occhi le conseguenze di queste mancate risposte.

Da una parte le terre incolte sono frutto della crisi delle campagne. Le remunerazioni dei prodotti agricoli sotto i costi di produzione costringono le aziende a dei tagli importanti nella voce spese (in questo caso la coltivazione delle terre, spesso lasciate a pascolo brado) ed altre volte anche all’abbandono dell’agricoltura. Questi diventano luogo ideale per i grillai delle cavallette. E’ qui che le locuste hanno potuto deporre le uova.

L’altro fattore sono i cambiamenti climatici (le lunghe siccità e i prolungati e intensi periodi di piovosità) che stiamo vivendo da diversi anni e per i quali Coldiretti ha chiesto un forum permanente per programmare un’agricoltura adatta al nuovo clima. Negli ultimi anni stiamo assistendo a degli eventi estremi: lunghi periodi di siccità si alternano ad altri di molto piovosi.


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