La Sardegna continua a bruciare, nell’ultimo venerdì di luglio sono stati dodici i roghi scoppiati in vari punti dell’Isola e che hanno costretto portezione civile, volontari e vigili del fuoco all’ennesima giornata di passione. E gli incendiari, ormai, non si “accontenano” più solo delle campagne, ma puntano anche a zone più popolate, aiutati in alcuni casi dal vento. A Senorbì due pompieri sono rimasti intossicati e sono finiti all’ospedale per colpa di un rogo che è arrivato a minacciare un ristorante, che è stato evacuato, e che ha distrutto l’officina di un gommista. Se non ci sono feriti è solo grazie al tempismo dei soccorritori, che si sono divisi tra chi doveva lottare contro le fiamme e chi mettere in sicuro i clienti delle due attività. Gli altri grossi incendi si sono registrati a Villasor, nelle campagne di Nuoro, a Isili, a Bonorva, a Bottida, ad Alghero e ad Abbasanta. In tutti i casi è stato fondamentale l’intervento anche dei mezzi aerei, con elicotteri arrivati dal resto della Sardegna e anche dalla zona di Trapani, in Sicilia, per dare man forte alle squadre a terra che, millimetro dopo millimetro, sono riuscite a spegnere tutti i roghi scoppiati.
La conta dei danni è, ancora una volta, impietosa: bastano le foto per comprendere che siano andati in cenere tanti altri ettari di terreni, alberi e cespugli.











