“Spiagge a rischio erosione in Sardegna, accessi a numero chiuso per salvarle”

Una nuova estate è alle porte, sardi e turisti sono pronti a “invadere” le tantissime spiagge sarde. Sempre più erose. La proposta del presidente del Sindacato dei balneari, Alberto Bertolotti: “Limitare l’accesso alle spiagge, in alcuni casi, è giusto”. Cosa ne pensate?


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La stagione estiva è alle porte e il fenomeno dell’erosione costiera diventa sempre più preoccupante. I litorali Europei si avvicinano al “punto di non ritorno” ambientale, mentre in Sardegna non è scattato l’allarme degli studiosi ma le spiagge si sono ridotte di dimensioni, per questo il patrimonio va difeso affrontando il problema. Il tema è stato trattato nel corso del convegno “Erosione e tutela delle coste in Sardegna” organizzato dal Sib (sindacato italiano balneari) nella sede di Confcommercio Sardegna. All’incontro hanno preso parte Università di Cagliari, Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza, Carabinieri, Regione Sardegna (assessorati all’Ambiente e agli Enti locali), i concessionari demaniali della Sardegna e i presidenti territoriali e regionali del Sindacato dei balneari italiani (Sib).

Con i suoi 1.840 km di sviluppo costiero (contro i 5.616 km del resto d’Italia) la Sardegna vanta ambienti marini e litorali di alto valore naturalistico riconosciuto attraverso l’istituzione di aree naturali protette. E le coste sarde sono note per la loro alta qualità ma non sono estranee a rischi. “In
stretto accordo con l’assessorato regionale all’Ambiente la prima mossa sarebbe quella di fare delle opere di manutenzione ordinaria delle nostre spiagge”, ha detto Alberto Bertolotti, presidente Confcommercio Sardegna, al suo ultimo appuntamento da presidente del Sib regionale e vicepresidente nazionale del Sib, “da una parte dobbiamo farlo per evitare l’erosione, dall’altra per consentire lo svolgimento regolare delle attività economiche”.
Le soluzioni che si stanno adottando in Sardegna sono diverse. Limitare l’accesso alle spiagge, secondo Bertolotti “in alcuni casi è giusto perchè anche la forte frequentazione senza gli adeguati servizi può essere causa di asportazione di grammi di spiaggia che nei grandi numeri diventano tonnellate. Si può intervenire sulla viabilità e parcheggi, e le amministrazioni comunali dovrebbero autorizzare gli stabilimenti balneari per dotarsi di apposite doccette che funzionano solo con l’acqua e consentono il deposito della sabbia sulla spiaggia”.

Altra richiesta da parte del Sib è quella di avere regole uniformi per l’applicazione del Piano di utilizzo dei litorali. “La loro salvaguardia difende e aumenta i posti di lavoro dell’industria balneare che ormai, come nel caso del Poetto, produce reddito tutto l’anno”. Per quanto riguarda le attività di
controllo in riva al mare, le forze dell’ordine sono sempre più impegnate nel contrasto all’illegalità. I Nas dei Carabinieri ad esempio, sulla sicurezza alimentare, nel corso del convegno hanno annunciato possibili sanzioni salate con l’applicazione di nuove disposizioni che possono arrivare fino a 10mila euro di multa per le avvertenze sugli allergeni per chi prepara panini o pasti nelle attività in davanti al mare. Sul disegno di legge urbanistica Bertolotti ha detto che “va bene il metodo di condivisione con le parti sociali ma si attende l’inclusione di una possibile norma che sottragga l’attività pianificatoria ad una eccessiva discrezionalità da parte delle amministrazioni comunali e consenta omogeneità e pari opportunità nel livello di qualità dei servizi offerti dall’attività pianificatoria sui litorali”.