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“Grazie agli strumenti offerti dall’Autonomia, nella passata Legislatura abbiamo tagliato i compensi di presidente, assessori, consiglieri, componenti di consigli di amministrazione, abbiamo eliminato i vitalizi, cancellato i fondi dei gruppi, tagliato le missioni, le indennità e le consulenze”. Lo ricorda Ugo Cappellacci, commentando la vicenda dei compensi per il manager della sanità sarda decisi dalla Giunta Pigliaru. “E’ triste – prosegue Cappellacci- che oggi l’Autonomia, rinnegata dai baroni di villa Devoto per tutto il resto, venga invocata solo per difendere un privilegio ingiusto ed illegittimo, con una contraddizione enorme tra l’immagine dei professori rigorosi e la triste realtà dei tecnici diventati politicanti, che difendono i compensi dei loro fedeli nominati. Tutta la carica autonomista e indipendentista di questo esecutivo regionale non viene espressa nella difesa dei diritti dei sardi, nel perseguimento di nuovi riconoscimenti per l’isola, come la zona franca, ma nell’egoistica difesa della propria cerchia. E hanno pure l’ardire di sostenere che sono soldi della Regione, non dello Stato. Non sono forse – domanda Cappellacci- soldi versati dai cittadini, cui nel 2014 hanno aumentato l’IRAP, che noi avevamo ridotto del 70%, e contro i quali hanno tentato un’altra “i-rapina” e un aumento dell’irpef poco tempo dopo “perché bisogna coprire il disavanzo della sanità”? E’ una giunta di stipendentisti e di sofanisti, perché dediti all’occupazione di poltrone e divani, che finora in materia sanitaria ha preso decisioni solo per la “salute” dei suoi accoliti. La smettano di insultare l’intelligenza dei sardi, parlando di risorse pubbliche come se fossero noccioline e vadano subito a casa”.