Gli indicatori non lasciano spazio a chissà quali grandi manovre. L’Isola è a un passo dalla zona gialla perchè le terapie intensive sono piene per il 13 per cento e i letti ordinari dei reparti Covid liberi sono solo 85 ogni cento, vale a dire che il 15 per cento sono occupati. E i dati sono di oggi, martedì, quando a Roma si prendono già le decisioni legate ai colori delle regioni per la settimana successiva. Quindi, da lunedì 13 settembre, la Sardegna potrebbe andare a far compagnia all’altra grande isola italiana, la Sicilia, in zona gialla. E l’addio alla zona bianca, oltre a uno smacco dal punto di vista dell’immagine turistica della regione, comporta anche tutta una serie di regole che, forse, in tanti abbiamo ormai dimenticato, abituati alla modalità delle “zero restrizioni”.
Si parte dalle mascherine, che diventano obbligatorie anche all’aperto. Addio, quindi, alla possibilità di tenerle “appese” al braccio o in tasca durante una passeggiata, bisognerà avere sempre naso e bocca coperti. E per chi vuole mangiare nei locali e nei ristoranti al chiuso scatta il limite delle quattro persone per tavolo: niente più maxi tavolate, quindi, a meno che non si tratti di conviventi. Ma se c’è anche un solo non convivente, la limitazione scatta in automatico. Niente coprifuoco, fortunatamente, e rimane possibile anche spostarsi tra una regione e l’altra. Ma i cambiamenti, tra mascherine e posti limitati nei ristoranti, riguardano la vita di tutti i giorni.











