Sardegna, 14mila ricoveri inutili: ora la rete delle cure territoriali

La svolta sanitaria annunciata oggi dalla Regione


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Nuovo sistema di cure territoriali per i malati cronici parallelo all’ospedale.

Il nuovo sistema di cure territoriali è stato approvato ieri dalla Giunta Pigliaru ed è stato presentato oggi durante una conferenza stampa dall’assessore della Sanità luigi Arru e dal direttore generale dell’assessorato Giuseppe Sechi.

Un nuovo modello nel territorio quindi, supplementare a quello ospedaliero, che offrirà la consulenza sopratutto ai malati cronici che avranno un serie di interlocutori professionale come medici di base e specialistici con il compito di indirizzare, suggerire e seguire il paziente nell’affrontare la malattia.

In Sardegna attualmente si registrano oltre 14 mia ricoveri definiti “inappropriati”, che gravano sul bilancio sanitario e potrebbero essere quindi evitati seguendo i pazienti cronici nel territorio appunto con aggregazioni di professionisti di medicina generale, pediatri e infermieri, ma anche tramite le case della salute che costituirebbero un punto di riferimento per chi soffre .

Uno dei tre pilastri della riorganizzazione della sanità in Sardegna è quello della rete delle cure primarie” ha detto l’assessore Luigi Arru. “È una delibera approvata in via preliminare perché non si può fare niente nel sistema sanitario senza il coinvolgimento dei professionisti in primo luogo. La rete territoriale è una risposta per i pazienti cronici che spesso vengono inappropriatamente ricoverati. L’obiettivo è quello di mantenere le persone nel benessere fisico e senza sprechi e con percorsi di cura e assistenza più vicino possibile al luogo dove si vive ma in maniera coordinata. Un’assistenza territoriale che viene garantita per tutta la giornata e per tutta la settimana con situazioni condivise e con il dialogo e collaborazione tra i medici convenzionati e quelli dei servizi ospedalieri”.

Il nuovo sistema di cure territoriale per malati cronici varato dalla Giunta (aperto ala discussione e al confronto per venti giorni dalla pubblicazione) segue un modello interdisciplinare dell’assistenza che si affianca dunque al sistema ospedaliero ed è basato sul coinvolgimento delle comunità.

Vogliamo cercare di mettere insieme i tanti medici e gli specialisti” ha sottolineato il direttore generale dell’assessorato della Sanità Giuseppe Sechi “perché lavorino nel territorio in rete, oppure in gruppo, dando consulenza immediata ai pazienti che avranno un punto di riferimento professionale di primo livello in grado di dare quotidianamente l’assistenza di consulenza medica ma anche sociale ai pazienti considerati cronici”.   


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