Sant’Antonio Abate e i fuochi sacri della Sardegna: una tradizione millenaria

In un convegno a Cagliari è stata raccontata la figura di Sant’Antonio e la tradizione millenaria dei fuochi che in questi giorni vengono accesi in tutta l’Isola. Ecco perché


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Venerdì scorso, come previsto, un convegno ha preceduto la giornata dei Fuochi Sacri in tutta la Sardegna. Condotta dalle associazioni: Quadrifoglio Karalis, S’Urtzu e Sa Mamulada, Pixel multimedia, Kama Eventi la due giorni è iniziata con un convegno all’Hostel Marina, in quel di Cagliari, un dibattito di ottimo livello che ha coinvolto i presenti su alcuni aspetti della figura di Sant’Antonio dei fuochi e delle millenarie tradizioni.

“Partendo dalla simbologia del fuoco nella sacra scrittura e nei contesti religiosi precristiani, l’evento ha presentato le fasi di passaggio dai riti del fuoco connessi alla devozione a Sant’Antonio abate alla liturgia della chiesa dalla quaresima e alla Pasqua di cui il fuoco è elemento caratterizzante – spiega Ignazio Boi- Ha messo poi in evidenza i diversi aspetti legati agli effetti del fuoco (distruzione-purificazione-teofania-giudizio) evidenziando il dualismo morte-vita di cui la risurrezione di Cristo è massima espressione.”

Tra i relatori, Dennis Pietro Mura: “A Seui i fuochi di Sant’Antonio e San Sebastiano proprio perché a cavallo tra le due date dedicate ai due santi. In tale occasione ci sarà l’uscita più importante della maschera di Seui s’urtzu e sa Mamulada che porta un fallo in processione detto Santrecoru. Inutile negare lo sfondo orgiastico e pagano di questa tradizione che Seui più di altri paesi ha mantenuto, compresi i giochi erotici ad evidente sfondo sessuale come sa matta de su cuccutzulloni che si facevano durante i falò. D’obbligo fare dei riferimento in tal proposito al membro virile evirato di Urano, o ai falli conservati a Pompei con dei campanellini appesi con la funzione di scaccia pensieri, o al mito di Osiride, ma cosa sicuramente più interessante è il fatto che Seui mantiene ancora il nome di questa antica divinità che in sardo è proprio Pitanu, Uranu di cui appunto sopra citato”.

Altri interventi ed autorevoli contributi hanno dato una lettura dell’evento, fra domande e confronto fra diverse opinioni e curiosità. Il caldo dei fuochi è nulla rispetto al calore che trasmette una ricorrenza millenaria in tanti, tantissimi, paesi della nostra isola. Inutile leggerne, ascoltare i resoconti, vedere immagini o filmati, viverlo è ben diverso esserci solo quello dà il senso dell’eccezionalità. Ieri a Seui, tra preparativi ed emozioni, per la preparazione dei falò “nei vari fuochi” questi saranno accesi all’imbrunire nel rispetto delle tradizioni e portato in spalla dalla Maschera del paese Su Santrecoru il santo della fertilità. E, oggi cercheremmo di raccontarlo.