La triste vicenda racconta dell’odissea che sta vivendo una famiglia che ora, a causa degli ex inquilini morosi, rischia di perdere definitivamente la casa dove viveva.
“Mi trovo in una situazione disperata. A fine mese sarò costretta a lasciare la nostra casa, insieme alla mia famiglia” racconta la donna che è anche madre di un minore.
“Da quattro anni viviamo in un locale commerciale che abbiamo trasformato in una casa con tanti sacrifici, perché non potevamo permetterci un affitto. Con l’aiuto delle nostre famiglie siamo riusciti a sistemarci un po’ e a creare un piccolo rifugio per noi.
Quel locale, in passato, lo avevamo affittato a una persona con regolare contratto, ma non ci pagava più. Abbiamo dovuto procedere con lo sfratto e quando finalmente se n’è andato, ci ha distrutto tutto: ha rubato quasi tutte le attrezzature e ciò che non è riuscito a prendere lo ha rotto con una mazza. Ha lasciato dietro di sé un danno enorme, circa 100.000 euro.
L’anno scorso abbiamo vinto la causa per circa 60.000 euro, ma nel frattempo il locale è stato venduto all’asta per 76.000 euro. Il nuovo proprietario ci aveva anche dato la possibilità di riacquistarlo, purtroppo non abbiamo un contratto a tempo indeterminato e nessuna banca ci ha concesso un prestito, neppure con l’aiuto della Caritas di Cagliari.
I miei figli, entrambi, hanno contratti di apprendistato. E grazie al Comune siamo riusciti ad avere un alloggio popolare. Ma non possiamo andarci”.
Per gravi motivi di salute di uno dei comportamenti del nucleo familiare, infatti, è idoneo “lo stabile in cui viviamo poiché è in campagna.
La campagna è l’unico luogo dove può vivere in pace. E adesso stiamo per perdere anche questo”.
La famiglia, rivolge un appello, “con tutta la forza che mi è rimasta: siete la mia ultima speranza per riuscire a salvare questo posto, per non lasciare mio marito e i miei figli senza un tetto, senza la nostra casa, senza la nostra dignità, per colpa dei danni subiti da quella persona che ci ha rovinati e che, ancora oggi, vive tranquillamente”.
Il Comune è a conoscenza della situazione della famiglia.













