Sant’Antioco, crede di lavorare per un’azienda online: truffata per oltre 10 mila euro

Una mamma di 42 anni crede di lavorare per una azienda online che, invece, preleva ingenti somme di denaro dal suo conto corrente. La donna ha già presentato la denuncia ai carabinieri locali.


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Truffata per 10 mila e 800 euro in pochi mesi: una mamma di 42 anni crede di lavorare per una azienda online che, invece, preleva ingenti somme di denaro dal suo conto corrente. La donna ha già presentato la denuncia ai carabinieri locali.
Una storia che ha dell’incredibile quella di Tamara Massoni, responsabile di una toelettatura per cani, che a dicembre, per aumentare gli incassi familiari, decide di collaborare con una azienda e-commerce, ossia commercio elettronico, una pratica commerciale che mette in contatto commercianti e acquirenti e permette l’acquisto di beni e/o servizi tramite Internet. “Inizialmente hanno offerto un tirocinio che mi è stato retribuito, il lavoro si doveva svolgere da casa e, dopo aver effettuato la registrazione, io dovevo eseguire 20 commissioni al giorno per essere pagata. E così è stato. Mi hanno chiesto di aprire una commissione di vendita che consisteva nell’investimento di 200 euro per l’acquisto dei prodotti che avrei dovuto rivendere e sui quali avrei guadagnato il 3%. Poiché ero stata pagata non ho avuto esitazione, inizialmente. Il problema è sorto subito dopo poiché hanno chiesto ingenti somme di denaro per l’acquisto della merce che io non ho eseguito ma lo hanno fatto loro, prelevando i soldi dal mio conto e effettuando le vendite. Loro mi hanno detto che io, non avendo chiuso le operazioni di acquisto, non potevo, quindi, ritirare i miei guadagni. Ho capito, quindi, che ero vittima di una truffa, mi sono recata immediatamente dai carabinieri e ho sporto denuncia alla quale ho allegato l’intera chat. Successivamente sono andata in banca che ha cambiato il mio conto e reso i soldi, dopo qualche giorno, che mi erano stati prelevati ingiustamente.
Tramite social ho anche avvisato chi mi segue che questa azienda, scoperta su internet, in realtà non esiste, poiché la vera società, leader nel settore in America, non fornisce il percorso che ha offerto la fasulla azienda che mi ha truffato. Il 28 febbraio mi sono vista, però, scalare dal conto 10 mila e 800 euro, ossia la somma che mi è stata prelevata dalla fasulla azienda e che la banca mi aveva reso per 90 giorni. Poiché la modalità della truffa, ossia il prelievo dal conto, non rientra nei termini di risarcimento da parte dell’istituto di credito, come invece accade con la clonazione della carta, mi hanno detto che hanno fatto il possibile ma non era di loro competenza e dovevo cercare giustizia in altra sede”. La banca ha tentato, senza successo, di richiamare le operazioni effettuate. Nei 90 giorni in cui il denaro è stato depositato sul conto corrente della Massoni l’istituto ha verificato che non c’è stata alcuna falla nel sistema di sicurezza bancario. I soldi versati dopo la denuncia sono una misura cautelativa che la banca offre al cliente quando apprende che esso è stato truffato, ma in questo caso, la modalità della frode, non rientra nei parametri bancari poiché la cliente aveva autorizzato il prelievo per la compravendita della merce, anche se non nella modalità in cui è stata effettuata.
Sarà una procedura giudiziaria lunga, che richiederà tanto tempo, con la speranza che si riesca a rintracciare i truffatori. “Io ho i soldi da rendere alla banca ma rimarrò con poco o niente: ho due figli, sono sola perché sono vedova, ho una attività da portare avanti e una dipendente da pagare tutti i mesi. Ho intrapreso alcune iniziative, come una lotteria, per avere qualcosa in più e sono disposta a fare il doppio lavoro per cercare di rimettere a posto la mia situazione finanziaria che mi permetteva di vivere serena. Lo sconforto ora è grande ma non mi arrendo”.
Tamara Massoni racconta a fatica la sua storia a Casteddu Online: tanta la solidarietà da parte di chi la conosce anche grazie alla sua attività ventennale di toelettatura e all’amore che nutre nei confronti degli animali. Alcune amiche l’hanno convinta ad aprire una raccolta fondi ( https://www.gofundme.com/f/aiutateci-ad-andare-avanti-dopo-la-truffa?utm_source=facebook&utm_medium=social&utm_campaign=p_cf+share-flow-1 ) non senza imbarazzo. “Per me non è semplice espormi a questa maniera ma lo faccio anche per mettere in guardia le altre persone affinché non vengano truffate come me”.
Purtroppo è un attimo cadere in queste trappole: chi le compie è generalmente un “professionista” in materia e si ci accorge, purtroppo, quando è già tardi che in realtà è tutto fasullo. Doppia delusione e un danno economico molto pesante: la speranza è che le autorità competenti riescano a risolvere il caso ma intanto Tamara Massoni vive con angosce e preoccupazioni importanti e ingiuste.


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